Il processo per genocidio all’Aia, l’antisemitismo reale e quello usato per silenziare le critiche a Israele, l’esaltazione di Hamas negli ambienti radicali: questi mesi di guerra, tra cortocircuiti politici e narrativi, sono convulsi e drammatici. Per un attivista ebreo contro l’occupazione e il massacro a Gaza, sono anche un momento di dolorosa presa di coscienza e di riflessioni su temi come identità, Stato e appartenenza.
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