
Illustrazione di Daniela Tieni
Daniela Tieni
Daniela Tieni lavora come illustratrice per case editrici, agenzie, clienti italiani ed esteri. Da qualche anno dedica una parte del suo tempo a Iriblum, coniugando il lavoro sulle immagini con la realizzazione di gioielli artigianali.
Maggio 2025
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Di moda
La redazione di Lucy
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il tema
Di moda
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È la crisi che ha colpito la moda di lusso;
è il culto triste e mortifero che caratterizza la nostra età della moda;
Sono le pagine, piene di stile, che Irene Brin ha dedicato al racconto dell’alta moda;
è il galateo che ancora oggi rappresenta un riferimento fondamentale nei comportamenti e nell’abbigliamento quotidiano;
è la moda di seconda mano, un simbolo di sostenibilità ma anche di riscoperta e reinterpretazione del passato;
è la storia dei toni e dei colori, che continuano a giocare un ruolo cruciale nella moda, definendo tendenze e esprimendo identità personali;
Sono i giovasti stilisti che stanno scrivendo, facendosi spazio, una nuova fase della moda;
Sono i direttori creativi che, nel mondo della moda, dominano i loro rispettivi regni plasmando tendenze e visioni;
è Miuccia Prada, una delle stiliste e imprenditrici più influenti della storia recente;
sono le gang di Manchester d’età vittoriana che hanno ispirato il riconoscibilissimo stile degli Scuttlers.
La moda è parola che penetra in italiano dal francese. Prima ancora viene dal latino “modus” (‘foggia, modo, maniera’).
È un aspetto su cui, più di quanto si creda, la letteratura ha iniziato a riflettere sin dagli albori, e soprattutto in ragione della sua transitorietà.
Giacomo Leopardi, in una delle sue Operette Morali forse più belle, fa dialogare in forma d’emblemi la Morte e la Moda.
Entrambe, nel corso della loro conversazione, si accorgono di somigliarsi più di quanto sembri. E d’altra parte in fondo all’operetta le due entità scoprono di avere la stessa madre, la caducità.
Qualcosa di non molto diverso, in fondo, diceva un secolo prima il giornalista e scrittore Leo Longanesi quando, nel discorrere di quest’argomento col consueto acume che egli possedeva nel maneggiare argomenti di costume, affermava laconico: “c’è una sola grande moda: la giovinezza.”
In ragione di questa natura effimera e transitoria spesso la letteratura ha snobbato la moda. E in effetti pochi scrittori, è il caso di Bret Easton Ellis, hanno avuto il coraggio di inserire marchi nei propri libri. Marchi che forse, in futuro, parleranno a pochi. Eppure è una sfida che la vale la pena provare cogliere.
Come scrive Bontempelli la moda non è solo un capriccio ma in essa “si cela qualche cosa di fugace, ma non perciò meno vero ed esatto, dell’anima collettiva ch’essa è destinata a rappresentare nella sua continuità”. È quello che proveremo a raccontare nel prossimo numero monografico di Lucy.