magazine 20
La testa a posto
Scopri il tema
Mai come in questi ultimi anni, complice la pandemia, la salute mentale è stata oggetto di dibattito. Il clima culturale è cambiato e ha portato non solo a una maggiore consapevolezza sul tema, ma anche alla graduale remissione di un tabù, facendo sì che un numero sempre più ampio di persone, finalmente, ammettesse (o riconoscesse) il proprio disagio.
Il nesso che già gli antichi avevano tracciato tra salute della mente e salute del corpo ha trovato oggi nuove e sempre più convincenti conferme. Il filosofo Mark Fisher, per esempio, aveva notato come “la chimico-biologizzazione dei disturbi mentali”, propria della nostra società, fosse proporzionale alla loro “depoliticizzazione”. Insomma, secondo Fisher per comprendere la condizione delle nostre menti occorre guardare fuori.
È quello che proviamo a fare con La testa a posto, il nuovo numero di Lucy. Attraverso i contributi di cui si compone, ci siamo interrogati su ciò che ci fa sta stare male o bene, provando a perderci nel gioco di specchi fra caos interiore ed esteriore – con la speranza di risolvere entramb
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magazine
20
il tema
La testa a posto
il tema
È l’incredulità con cui ci si scopre depressi in età avanzata;
È la sperimentazione di farmaci psichedelici per la cura dello stress post-traumatico che oggi appare scoraggiata;
È la depressione in ambito musicale che dilaga sempre più coinvolgendo piccoli e grandi artisti;
È l’urofobia o paruresi: un disturbo d’ansia di cui si parla ancora troppo poco;
È il nesso che lega follia e creatività: esiste davvero o è un’invenzione romantica?
È un bilancio sull’eredità di un intellettuale radicale come Franco Basaglia a cent’anni dalla sua nascita;
Sono le ripercussioni sulla psiche dopo un mese di astinenza dall’alcol nel racconto di una scrittrice;
È l’ipocondria, un disturbo psichico che raramente viene preso con la serietà che meriterebbe;
È il tabù della psicoterapia che oggi è stato finalmente superato: ma siamo sicuri sia un bene per tutti?
Sono i modi e i metodi in cui la psicoterapia è cambiata negli ultimi anni.
Mai come in questi ultimi anni, complice la pandemia, la salute mentale è stata oggetto di dibattito. Il clima culturale è cambiato e ha portato non solo a una maggiore consapevolezza sul tema, ma anche alla graduale remissione di un tabù, facendo sì che un numero sempre più ampio di persone, finalmente, ammettesse (o riconoscesse) il proprio disagio.
Il nesso che già gli antichi avevano tracciato tra salute della mente e salute del corpo ha trovato oggi nuove e sempre più convincenti conferme. Il filosofo Mark Fisher, per esempio, aveva notato come “la chimico-biologizzazione dei disturbi mentali”, propria della nostra società, fosse proporzionale alla loro “depoliticizzazione”. Insomma, secondo Fisher per comprendere la condizione delle nostre menti occorre guardare fuori.
È quello che proviamo a fare con La testa a posto, il nuovo numero di Lucy. Attraverso i contributi di cui si compone, ci siamo interrogati su ciò che ci fa sta stare male o bene, provando a perderci nel gioco di specchi fra caos interiore ed esteriore – con la speranza di risolvere entramb
magazine 19
Lavorare cambia
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Quando nel 1936 esce la raccolta di poesie Lavorare stanca, nemmeno il suo autore, Cesare Pavese, avrebbe potuto immaginare che quel titolo sarebbe stato destinato a grande successo, tanto da diventare un luogo comune.
Da allora, il lavoro non si è fatto meno stancante, anzi; ha ottenuto una centralità ancora maggiore nelle nostre vite. Il Sessantotto, le grandi lotte sindacali, il “benessere” degli anni Ottanta, le crisi economiche, la disoccupazione, la rivoluzione digitale sono solo alcune fasi del rapporto complesso e in continuo mutamento che abbiamo col lavoro, capace di incidere su di noi fino a cambiarci. Oggi, che si parla tanto di grandi dimissioni e quiet quitting, come guardiamo al lavoro e cosa cerchiamo in esso?
Lavorare cambia è il nuovo numero di Lucy che affronta un tema destinato a metterci a contatto con l’ineguaglianza, l’ingiustizia, ma anche con i nostri desideri e ambizioni.
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magazine
19
il tema
Lavorare cambia
il tema
È un professore che si interroga sul suo privilegio.
È il rapporto tra insonnia e lavoro.
È il mondo misterioso di influencer e content creator.
È il mestiere del curatore artistico.
È una riflessione sul concetto di carriera.
È la letteratura che emerge da due diversi contesti operai, quello italiano e quello cinese.
È una scrittrice che svolge un altro lavoro e che racconta di queste sue due anime.
È l’intervista a un fisico, imprenditore e inventore che oggi studia la coscienza umana.
Quando nel 1936 esce la raccolta di poesie Lavorare stanca, nemmeno il suo autore, Cesare Pavese, avrebbe potuto immaginare che quel titolo sarebbe stato destinato a grande successo, tanto da diventare un luogo comune.
Da allora, il lavoro non si è fatto meno stancante, anzi; ha ottenuto una centralità ancora maggiore nelle nostre vite. Il Sessantotto, le grandi lotte sindacali, il “benessere” degli anni Ottanta, le crisi economiche, la disoccupazione, la rivoluzione digitale sono solo alcune fasi del rapporto complesso e in continuo mutamento che abbiamo col lavoro, capace di incidere su di noi fino a cambiarci. Oggi, che si parla tanto di grandi dimissioni e quiet quitting, come guardiamo al lavoro e cosa cerchiamo in esso?
Lavorare cambia è il nuovo numero di Lucy che affronta un tema destinato a metterci a contatto con l’ineguaglianza, l’ingiustizia, ma anche con i nostri desideri e ambizioni.
magazine 18
L’estate affollata
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Robert Louis Stevenson, già nell’Ottocento, definiva il turismo “l’arte della delusione”. Nel tempo l’umanità ha perfezionato quest’arte approdando su atolli solitari (che conoscono tutti) e scalando eremi isolatissimi (di cui molti, però, hanno raggiunto la cima). Oggi, che è più semplice viaggiare, il turismo sembra essere diventato più faticoso e meno sorprendente: il suo impatto sull’ambiente, sulle comunità e sulle economie locali è enorme e spesso deleterio. Dovremmo smettere di viaggiare? Farlo in modo più sostenibile? Cosa siamo venuti a fare, lontano da casa? L’estate affollata è il nuovo numero di Lucy, quello in cui ci chiediamo come cambierà il turismo e cosa ci spinge a partire tutti per gli stessi luoghi.
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magazine
18
il tema
L’estate affollata
il tema
L’estate affollata è il diario da un’isola greca;
È un agosto a Roma che può portare a situazioni impreviste;
Sono i gelati confezionati che ci hanno accompagnato dalla giovinezza;
Sono le hit estive in cui si nasconde la malinconia;
È quel posto buonissimo che forse è meglio non consigliare agli altri per preservarlo;
È il turismo alpino che ha cambiato per sempre il volto delle montagne;
È un indimenticabile vacanza sul Baltico;
È la città di Bristol che prova a fare i conti col suo passato e a raccontarlo ai turisti.
Robert Louis Stevenson, già nell’Ottocento, definiva il turismo “l’arte della delusione”. Nel tempo l’umanità ha perfezionato quest’arte approdando su atolli solitari (che conoscono tutti) e scalando eremi isolatissimi (di cui molti, però, hanno raggiunto la cima). Oggi, che è più semplice viaggiare, il turismo sembra essere diventato più faticoso e meno sorprendente: il suo impatto sull’ambiente, sulle comunità e sulle economie locali è enorme e spesso deleterio. Dovremmo smettere di viaggiare? Farlo in modo più sostenibile? Cosa siamo venuti a fare, lontano da casa? L’estate affollata è il nuovo numero di Lucy, quello in cui ci chiediamo come cambierà il turismo e cosa ci spinge a partire tutti per gli stessi luoghi.
magazine 17
Potere
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Secondo Elias Canetti, il potere dà alla testa a tutti, anche a chi non ne possiede. Eppure, se è semplice individuare chi vuole essere potente, sempre più complesso è diventato individuare chi è potente davvero. Cercare di capirlo è utile anche per problematizzare il potere, per esprimere critiche nei confronti di chi lo esercita e per cercare di correggere le storture che provoca. “Potere” è il nuovo numero di Lucy: quello in cui proviamo a indagare chi c’è davvero dietro quello che facciamo, da cosa siamo animati ma, soprattutto, cosa possiamo fare – oggi e nel futuro.
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magazine
17
il tema
Potere
il tema
È il potere paradossale di chi assume la postura della vittima;
Sono le power couple che massimizzano il profitto dalle loro relazioni;
Sono i Paesi che minano gli equilibri internazionali con la minaccia dell’atomica;
È la criminalità che governa intere città insieme alla politica;
Sono le multinazionali globali che trattano i lavoratori in maniera violenta e impunita;
Sono i super ricchi che si preparano all’apocalisse progettando di fuggire nello spazio;
È il ritratto di uno dei più controversi e inafferrabili capitalisti americani.
Secondo Elias Canetti, il potere dà alla testa a tutti, anche a chi non ne possiede. Eppure, se è semplice individuare chi vuole essere potente, sempre più complesso è diventato individuare chi è potente davvero. Cercare di capirlo è utile anche per problematizzare il potere, per esprimere critiche nei confronti di chi lo esercita e per cercare di correggere le storture che provoca. “Potere” è il nuovo numero di Lucy: quello in cui proviamo a indagare chi c’è davvero dietro quello che facciamo, da cosa siamo animati ma, soprattutto, cosa possiamo fare – oggi e nel futuro.
magazine 16
Il desiderio ha molti nomi
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Per Goffredo Parise la mancanza di desideri segnava la fine della gioventù.
Da quando le nostre vite si sono allungate, però, sembra che non si smetta mai davvero di desiderare. Ma cosa desiderare in un mondo che, almeno a parole, ci suggerisce che che tutto ciò che vogliamo può essere, potenzialmente, nostro?
Il desiderio ha molti nomi è il nuovo numero di Lucy, quello in cui proviamo a raccontare le molte forme che hanno assunto nel tempo le nostre aspirazioni per tentare, finalmente, di fare i conti con ciò che ci tiene vivi.
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magazine
16
il tema
Il desiderio ha molti nomi
il tema
È l’ossessione che si fa follia nelle grandi opere letterarie.
È il contrario della brama di possesso.
Sono le pratiche BDSM e le nuove frontiere dell’erotismo.
È l’incapacità di rassegnarsi alla vecchiaia.
È la sfrontatezza della gioventù.
È la dipendenza verso una bevanda intrisa di zuccheri.
È l’accumulo che soffoca le capacità creative.
È un’adolescente di provincia che scopre la propria sessualità grazie alle prime chat.
Per Goffredo Parise la mancanza di desideri segnava la fine della gioventù.
Da quando le nostre vite si sono allungate, però, sembra che non si smetta mai davvero di desiderare. Ma cosa desiderare in un mondo che, almeno a parole, ci suggerisce che che tutto ciò che vogliamo può essere, potenzialmente, nostro?
Il desiderio ha molti nomi è il nuovo numero di Lucy, quello in cui proviamo a raccontare le molte forme che hanno assunto nel tempo le nostre aspirazioni per tentare, finalmente, di fare i conti con ciò che ci tiene vivi.
magazine 15
Il senso del cibo
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Già nell’Ottocento il filosofo Ludwig Feuerbach, rifacendosi a un motto popolare, affermava: “Siamo ciò che mangiamo”. Diversi studi hanno poi confermato questa intuizione dimostrando come il cibo non influenzi soltanto il corpo, ma anche il nostro modo di pensare.
Il cibo è sempre stato al centro delle nostre vite: già da piccioli condiziona le nostre paure e plasma i nostri desideri, e il significato che abbiamo dato a certi ingredienti, certi sapori, non ci abbandona mai.
È forse per questo che non smettiamo di cercarlo.
Ma oggi cercare il senso del cibo significa provare a capire meglio il mondo – e noi stessi.
Il senso del cibo è il nuovo numero di Lucy che esplora il nostro rapporto con il cibo, interrogandosi su cosa mangeremo in futuro e su quello che invece è già parte del nostro modo di nutrirci e, dunque, di essere.
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magazine
15
il tema
Il senso del cibo
il tema
È il fascino misterioso che i supermercati esercitano su di noi.
È quello che accade nel nostro cervello quando qualcosa non ci piace.
È ciò di cui è costretta a nutrirsi una donna in gravidanza.
È lo street food che stravolge le periferie delle grandi città.
È il mondo, ogni volta diverso, che migliaia di artisti ci hanno mostrato attraverso le nature morte.
È un’allergia alimentare dai risvolti tragicomici.
È il carattere che abbiamo assegnato alle verdure nei libri e nei film.
È quello che mangeremo in futuro.
È ciò che viene servito, ogni giorno, ai tavoli delle mense scolastiche.
È il sapore familiare e rassicurante di cui andiamo alla ricerca anche nei ristoranti di lusso.
Già nell’Ottocento il filosofo Ludwig Feuerbach, rifacendosi a un motto popolare, affermava: “Siamo ciò che mangiamo”. Diversi studi hanno poi confermato questa intuizione dimostrando come il cibo non influenzi soltanto il corpo, ma anche il nostro modo di pensare.
Il cibo è sempre stato al centro delle nostre vite: già da piccioli condiziona le nostre paure e plasma i nostri desideri, e il significato che abbiamo dato a certi ingredienti, certi sapori, non ci abbandona mai.
È forse per questo che non smettiamo di cercarlo.
Ma oggi cercare il senso del cibo significa provare a capire meglio il mondo – e noi stessi.
Il senso del cibo è il nuovo numero di Lucy che esplora il nostro rapporto con il cibo, interrogandosi su cosa mangeremo in futuro e su quello che invece è già parte del nostro modo di nutrirci e, dunque, di essere.
magazine 14
Corpi estranei
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Da sempre l’essere umano ha un rapporto ambivalente col proprio corpo. Se gli antichi ritenevano un corpo in salute la condizione unica per il benessere mentale, il Medioevo ha martoriato i corpi percependoli come inutili zavorre per la propria anima. Oggi il corpo sembra essere diventato un tempio da curare e venerare, ma di questo culto, tra palestra, chirurgia, filtri social, sembriamo ignorare la vera natura. Il corpo è ancora, in parte, un mistero.
Nel nuovo numero di Lucy, “Corpi estranei”, proviamo a fare davvero i conti con la parte più esposta e ingombrante di noi stessi.
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magazine
14
il tema
Corpi estranei
il tema
È il desiderio di magrezza, che oggi viene perseguito attraverso un farmaco miracoloso e molto discusso.
È il dismorfismo maschile, di cui si parla troppo poco.
È la percezione del tempo che passa attraverso il decadimento estetico.
È la storia della cosmetica e della chirurgia estetica.
È la convivenza con una malattia infida e dolorosa.
È lo strumento di un attore straordinario.
È la storia di uno scrittore sofisticatissimo che ora è una scrittrice sofisticatissima.
È il tentativo di arginare una tragedia psichica attraverso la palestra.
È lo sforzo continuo a cui si sottopongono le atlete donne.
Da sempre l’essere umano ha un rapporto ambivalente col proprio corpo. Se gli antichi ritenevano un corpo in salute la condizione unica per il benessere mentale, il Medioevo ha martoriato i corpi percependoli come inutili zavorre per la propria anima. Oggi il corpo sembra essere diventato un tempio da curare e venerare, ma di questo culto, tra palestra, chirurgia, filtri social, sembriamo ignorare la vera natura. Il corpo è ancora, in parte, un mistero.
Nel nuovo numero di Lucy, “Corpi estranei”, proviamo a fare davvero i conti con la parte più esposta e ingombrante di noi stessi.
magazine 13
Ciao maschio
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Oggi, che le pensatrici femministe più radicali vorrebbero disfarsi dei generi, molte delle pose e delle costruzioni associate alla mascolinità continuano a sopravvivere: machismo, ruoli predeterminati, violenza sulle donne in varie forme. La questione va affrontata con urgenza: servono nuovi modelli, nuove relazioni tra i generi e soprattutto una spietata autocritica da parte degli uomini che, sollecitati dalle molte riflessioni prodotte dalle donne a vari livelli, devono dire addio al maschio tossico che sopravvive in loro. Ciao maschio è il nuovo numero di Lucy, dove si racconta come sta cambiando l’uomo e come invece è rimasto uguale a se stesso nella prospettiva delle donne, nella speranza di un superamento finalmente decisivo.
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magazine
13
il tema
Ciao maschio
il tema
È individuare l’origine dei viventi nella maternità, ridisegnando il valore della generazione come atto libero, volontario e universale.
È la rivoluzione delle donne che gestiscono il proprio denaro, e che in Italia sono ancora una minoranza.
È ciò che rimane della vita di un pornoattore che ha incarnato la virilità italiana per decenni.
È liberarsi dell’idea di amore che gli uomini hanno costruito per le donne, perché l’identità femminile non sia più dipendente da quella maschile.
È ragionare alla contraccezione maschile, affinché la responsabilità di un figlio non voluto non ricada unicamente sulle donne.
È il femminile che ciascuna di noi teme, incarnato da donne che non vorremmo essere.
È il conflitto divampato nel mondo dei videogiochi quando una donna ha lasciato un uomo.
È essere lavoratrici stanche, tristi, maltrattate, pur essendo maschi.
è un luogo dove la società è matrifocale, con ciò che ne consegue.
È il maschile, che finalmente si sta riappropriando della sua vanità.
Oggi, che le pensatrici femministe più radicali vorrebbero disfarsi dei generi, molte delle pose e delle costruzioni associate alla mascolinità continuano a sopravvivere: machismo, ruoli predeterminati, violenza sulle donne in varie forme. La questione va affrontata con urgenza: servono nuovi modelli, nuove relazioni tra i generi e soprattutto una spietata autocritica da parte degli uomini che, sollecitati dalle molte riflessioni prodotte dalle donne a vari livelli, devono dire addio al maschio tossico che sopravvive in loro. Ciao maschio è il nuovo numero di Lucy, dove si racconta come sta cambiando l’uomo e come invece è rimasto uguale a se stesso nella prospettiva delle donne, nella speranza di un superamento finalmente decisivo.
magazine 12
Di cosa hai paura?
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Anche persone molto diverse tra loro hanno spesso reazioni simili di fronte alle paure.
C’è chi ne fugge, chi ci convive (più o meno volentieri) e chi, come da precetto buddista, le paure le attraversa in prove di coraggio o distacco.
Da un po’ di tempo, però, abbiamo anche iniziato a riconoscerci nelle nostre paure, a identificarci nelle nostre fobie, persino a definirci attraverso le nostre angosce.
Di cosa hai paura? è il nuovo numero di Lucy, quello in cui tentiamo di capire cosa ci spaventa davvero e, magari, anche cosa ci fa paura di noi.
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magazine
12
il tema
Di cosa hai paura?
il tema
È la storia dei “veri” vampiri, tra risurrezioni e cultura popolare.
È la storia di un trauma e dei tentativi di superarlo con l’EMDR.
È la cucina mostruosa degli anni Ottanta.
È la natura allucinatoria e collettiva di alcune malattie – alcune delle quali nascono online.
È la mostrologia, ovvero l’interesse quasi ossessivo per il Mostro di Firenze.
Sono i bad trip, che una certa parte della comunità psichedelica vorrebbe cancellare.
Sono gli psicofarmaci e il modo in cui sono stati pubblicizzati nel corso del secondo Novecento, soprattutto alle donne.
È la cronaca nera raccontata da uno dei giornalisti che hanno contribuito a rinnovarla.
Anche persone molto diverse tra loro hanno spesso reazioni simili di fronte alle paure.
C’è chi ne fugge, chi ci convive (più o meno volentieri) e chi, come da precetto buddista, le paure le attraversa in prove di coraggio o distacco.
Da un po’ di tempo, però, abbiamo anche iniziato a riconoscerci nelle nostre paure, a identificarci nelle nostre fobie, persino a definirci attraverso le nostre angosce.
Di cosa hai paura? è il nuovo numero di Lucy, quello in cui tentiamo di capire cosa ci spaventa davvero e, magari, anche cosa ci fa paura di noi.
magazine 11
Diventare bambini
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Da sempre l’essere umano ha provato ad allontanarsi dal sé bambino. Cerchiamo di superare l’infanzia con prove di abilità o coraggio, raccontiamo quel passaggio nelle nostre storie di formazione. Eppure, c’è qualcosa di inaccessibile, in ciò che siamo stati, che ci rende impossibile recidere quel vincolo – forse perché siamo i primi a non volerlo.
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magazine
11
il tema
Diventare bambini
il tema
Sono le ragioni della genitorialità: si hanno figli per diventare adulti o per tornare bambini?
È la scelta di una donna che non vuole essere madre.
Sono le architetture dell’educazione, che spesso però con l’educazione hanno poco a che fare.
È la fascinazione che abbiamo per i dinosauri.
È l’infanzia, che è vittima, spettatore e attore nelle guerre.
Sono i libri da completare regalati ai neogenitori – e che oggi stanno tornando di moda.
È la specie umana, che ha l’infanzia e l’adolescenza più lunghe di qualsiasi altro primato.
È la dispersione scolastica, un fenomeno in crescita che però non fa notizia.
Da sempre l’essere umano ha provato ad allontanarsi dal sé bambino. Cerchiamo di superare l’infanzia con prove di abilità o coraggio, raccontiamo quel passaggio nelle nostre storie di formazione. Eppure, c’è qualcosa di inaccessibile, in ciò che siamo stati, che ci rende impossibile recidere quel vincolo – forse perché siamo i primi a non volerlo.
magazine 10
La percezione delle cose
Scopri il tema
La nostra percezione delle cose è sempre più il metro attraverso cui siamo soliti leggere i fenomeni; la nostra coscienza è il solo luogo in cui stare, a cui tornare. Eppure, l’avvio delle intelligenze artificiali, i nuovi studi sugli animali, l’ingresso di nuove soggettività nel dibattito, stanno dimostrando come ogni sguardo o ricordo sia parziale, limitato, alterabile. Resta da fare ciò che immaginava William Blake: “Se si pulissero le porte della percezione, ogni cosa apparirebbe all’uomo come essa veramente è, infinita”.
La percezione delle cose è il decimo numero di Lucy, che esplora le nostre prese di coscienza sull’esterno per comprendere se possiamo fidarci di noi stessi o se invece è ancora il tempo di affinare lo sguardo.
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magazine
10
il tema
La percezione delle cose
il tema
È tornare sulle serie tv che abbiamo amato in adolescenza per vedere se sono come le ricordiamo.
È il capolavoro di Italo Svevo che, riletto oggi, ci sembra più ricco di come ce ne hanno parlato a scuola.
È il legame che può esserci tra malattia mentale e terrorismo.
Sono i pulcini che sin dalla schiusa sono coscienti di ciò che hanno attorno.
Sono i podcast e i guru motivazionali che, forse, ci buttano un po’ giù.
Sono le allucinazioni e le paralisi che possono verificarsi quando dormiamo.
È una nuova prospettiva sulla crisi ambientale e sulle relazioni che intercorrono tra gli essere viventi.
È lo sguardo della più importante scrittrice postcoloniale.
La nostra percezione delle cose è sempre più il metro attraverso cui siamo soliti leggere i fenomeni; la nostra coscienza è il solo luogo in cui stare, a cui tornare. Eppure, l’avvio delle intelligenze artificiali, i nuovi studi sugli animali, l’ingresso di nuove soggettività nel dibattito, stanno dimostrando come ogni sguardo o ricordo sia parziale, limitato, alterabile. Resta da fare ciò che immaginava William Blake: “Se si pulissero le porte della percezione, ogni cosa apparirebbe all’uomo come essa veramente è, infinita”.
La percezione delle cose è il decimo numero di Lucy, che esplora le nostre prese di coscienza sull’esterno per comprendere se possiamo fidarci di noi stessi o se invece è ancora il tempo di affinare lo sguardo.
magazine 9
Perdere il controllo
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La perdita del controllo è immediatamente associata all’incapacità di dominare i propri istinti: è quindi giudicata negativamente. Se è giusto non incoraggiarla in alcuni contesti e cercare di scongiurarla in altri, a volte può avere però valore positivo: è rimozione di complessi e condizionamenti, è abbandono a un ritmo e fiducia nell’altro, è il riconoscimento di un limite, da superare o meno. Nel controllo e nella sua mancanza si intrecciano dimensione privata e collettiva e si scrive anche il nostro futuro.
Perdere il controllo è il nono numero di Lucy, che esplora il caos in cui siamo immersi per cercare di capire se è meglio dominarlo o abbracciarlo.
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magazine
9
il tema
Perdere il controllo
il tema
È l’impulso incontrollabile e ossessivo al collezionismo.
Sono i concetti di “popolo” e “terra”, forse ormai antiquati per inquadrare la complessità del presente.
È la festa, momento di coesione fondamentale per la specie umana.
È il nostro rapporto con il cibo, da Collodi ai talent show.
Sono i limiti che il nostro pianeta non può superare per continuare a esistere.
È il nostro rapporto con la pornografia: è destinato a cambiare con la tecnologia?
È la rabbia, che nelle nostre società le donne non sono sempre incoraggiate a esprimere.
È il desiderio come forza sconvolgente in letteratura.
È la speranza di un nuovo Ned Ludd, l’eroico distruttore di telai.
La perdita del controllo è immediatamente associata all’incapacità di dominare i propri istinti: è quindi giudicata negativamente. Se è giusto non incoraggiarla in alcuni contesti e cercare di scongiurarla in altri, a volte può avere però valore positivo: è rimozione di complessi e condizionamenti, è abbandono a un ritmo e fiducia nell’altro, è il riconoscimento di un limite, da superare o meno. Nel controllo e nella sua mancanza si intrecciano dimensione privata e collettiva e si scrive anche il nostro futuro.
Perdere il controllo è il nono numero di Lucy, che esplora il caos in cui siamo immersi per cercare di capire se è meglio dominarlo o abbracciarlo.
magazine 8
Autunno caldo
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Proteste di piazza, tensioni sindacali, la nascita di nuovi movimenti politici extraparlamentari: l’autunno del 1969 è ricordato in Italia come “Autunno caldo”. Oggi che lo scenario politico, sociale e soprattutto ambientale è profondamente mutato, le prospettive sembrano essere però egualmente incendiarie. Saremo in grado di affrontare le sfide che ci attendono o ci mancano gli strumenti anche solo per analizzarne la complessità?
Autunno caldo è l’ottavo numero di Lucy, dove ci si chiede quanto sarà incandescente il mondo che abiteremo.
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magazine
8
il tema
Autunno caldo
il tema
È uno scrittore curdo detenuto per anni a causa delle brutali norme anti-immigrazione australiane.
Sono le storie raccolte da una reporter di guerra in alcune delle zone più problematiche al mondo.
È il denaro, la cui natura ambivalente continua a sedurci e soggiogarci.
È il rapporto tra salute mentale e lavoro in tre settori professionali poco raccontati.
È la politica romana raccontata da chi l’ha fatta.
È il fatalismo climatico, sempre più diffuso e molto più pericoloso di quello che pensiamo.
È la storia dell’isola dei cannibali, uno dei più controversi esperimenti sociali mai realizzati in URSS.
Proteste di piazza, tensioni sindacali, la nascita di nuovi movimenti politici extraparlamentari: l’autunno del 1969 è ricordato in Italia come “Autunno caldo”. Oggi che lo scenario politico, sociale e soprattutto ambientale è profondamente mutato, le prospettive sembrano essere però egualmente incendiarie. Saremo in grado di affrontare le sfide che ci attendono o ci mancano gli strumenti anche solo per analizzarne la complessità?
Autunno caldo è l’ottavo numero di Lucy, dove ci si chiede quanto sarà incandescente il mondo che abiteremo.
magazine 7
Le città invivibili
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Da anni ormai la popolazione urbana ha superato quella rurale. Nelle città si concentrano potere economico, politico, culturale. Le città cambiano e, con loro, anche le nostre abitudini, le nostre aspettative e la qualità delle nostre vite. Un dubbio: ma se stessero cambiando in peggio? Le città invivibili è il settimo numero di Lucy, dove si esplorano le città del mondo e si cerca di capire come le abiteremo.
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7
il tema
Le città invivibili
il tema
È quel singolare senso di spaesamento e angoscia che le metropoli suscitano.
È il “food”, che si fa largo nei quartieri delle grandi città (forse anche nella tua).
È la provincia, dove non si sta poi così bene.
È la fuga dalle città.
È il mondo dell’autoproduzione.
Sono le “case bara” in Cina.
È il neo-esotismo napoletano.
Sono le bische di Bari.
È la competizione tra le metropoli più cool (ma sempre meno accoglienti) del mondo.
Da anni ormai la popolazione urbana ha superato quella rurale. Nelle città si concentrano potere economico, politico, culturale. Le città cambiano e, con loro, anche le nostre abitudini, le nostre aspettative e la qualità delle nostre vite. Un dubbio: ma se stessero cambiando in peggio? Le città invivibili è il settimo numero di Lucy, dove si esplorano le città del mondo e si cerca di capire come le abiteremo.
magazine 6
La messa in scena
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Relazionarci con l’altro (e con noi stessi) ci porta spesso a celare qualcosa, enfatizzare altro, dissimulare. Perché non possiamo fare a meno di metterci in scena?
La messa in scena è il tema del sesto numero di Lucy e cerca di raccontare perché ci rappresentiamo.
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magazine
6
il tema
La messa in scena
il tema
È l’ostentazione della ricchezza da parte dei “poco ricchi”.
È la politica italiana, dove quello che è vero non lo è mai.
È la messa in scena della messa in scena messa in scena da due grandi artisti.
È il linguaggio con cui abbiamo dato forma al nostro inconscio.
È uno stilista che ha poco a che fare con le mode.
È un pranzo in famiglia che nasconde un segreto.
È un regista che ha reso ancora più labili i confini tra realtà e finzione.
È quello che facciamo tutti i giorni sui social (che ha delle conseguenze).
Relazionarci con l’altro (e con noi stessi) ci porta spesso a celare qualcosa, enfatizzare altro, dissimulare. Perché non possiamo fare a meno di metterci in scena?
La messa in scena è il tema del sesto numero di Lucy e cerca di raccontare perché ci rappresentiamo.
magazine 5
L’invenzione della mente
Scopri il tema
Oggetto di riflessione filosofica, neuroscientifica, biologica e antropologica, la mente è però ancora un mistero.
Come funziona quella umana? E quella di altre specie?
Oggi, parte di quello che sappiamo, è forse destinato a essere superato.
L’invenzione della mente, tema del quinto numero di Lucy, racconta come abbiamo cercato di definire quello che ci definisce davvero.
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magazine
5
il tema
L’invenzione della mente
il tema
È la natura misteriosa – e alle volte bizzarra – delle dipendenze.
È un viaggio alla scoperta dei meccanismi del ciclo sonno-veglia.
È l’intelligenza delle piante, da cui forse abbiamo qualcosa da imparare.
È un dialogo impossibile con l’universo.
È la fascinazione, anche di persone laiche e razionali, per gli oroscopi.
È la letteratura, in grado di cambiare la nostra percezione delle cose.
È il tentativo di conoscere meglio noi stessi (e gli altri).
Oggetto di riflessione filosofica, neuroscientifica, biologica e antropologica, la mente è però ancora un mistero.
Come funziona quella umana? E quella di altre specie?
Oggi, parte di quello che sappiamo, è forse destinato a essere superato.
L’invenzione della mente, tema del quinto numero di Lucy, racconta come abbiamo cercato di definire quello che ci definisce davvero.
magazine 4
Ho fatto un sogno
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Il sogno è una magia che tutti abbiamo sperimentato e che, da sempre, indaghiamo per carpirne l’essenza.
Nel sogno cerchiamo indizi sul nostro futuro, rivelazioni, un dialogo con chi non c’è più e con l’altrove.
È nel sogno che torniamo bambini ed è nel sogno che diventiamo adulti.
Ho fatto un sogno è il tema del quarto numero di Lucy e racconta quello spazio liminale dove le nostre paure prendono forma e dove impariamo a conoscerci meglio.
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magazine
4
il tema
Ho fatto un sogno
il tema
È un vento impetuoso che spazza via tutto, tranne i ricordi.
È una scrittrice che si interroga sui valori che regolano le nostre società e su come sono destinati a cambiare.
È il futuro del romanzo secondo Martin Amis.
È la forza dell’inconscio, che è più antico del linguaggio, nel testamento di uno dei più grandi scrittori contemporanei.
È la natura dei sogni raccontata da un grande psicanalista.
È la letteratura come sogno.
È una festa nella quale ci sentiamo a disagio.
È il tentativo di ricreare per immagini i propri sogni.
È la volpe che mangia le viscere di uno dei più grandi scrittori contemporanei.
È l’impossibilità di acciuffare i propri desideri.
Il sogno è una magia che tutti abbiamo sperimentato e che, da sempre, indaghiamo per carpirne l’essenza.
Nel sogno cerchiamo indizi sul nostro futuro, rivelazioni, un dialogo con chi non c’è più e con l’altrove.
È nel sogno che torniamo bambini ed è nel sogno che diventiamo adulti.
Ho fatto un sogno è il tema del quarto numero di Lucy e racconta quello spazio liminale dove le nostre paure prendono forma e dove impariamo a conoscerci meglio.
magazine 3
L’amore è un’altra cosa
Scopri il tema
L’amore è difficile da riconoscere, elaborare, raccontare; ha tante sfumature, cambia col tempo e ci rende diversi – a volte anche irriconoscibili a noi stessi.
Quindi, che cos’è l’amore? È più facile forse dire che cosa non è.
L’amore è un’altra cosa è il tema del terzo numero di Lucy e parla di un sentimento che ci è molto familiare e allo stesso tempo ci è alieno.
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3
il tema
L’amore è un’altra cosa
il tema
È la difficolta di nominare il trauma di una maternità interrotta.
È la musica disco, lussuriosa e per questo politica.
È lo sguardo di chi vede i propri luoghi modificati dal cambiamento climatico.
È la passione ultras, con i suoi codici e le sue regole.
È la formula che regola i nostri rapporti con gli altri e con l’altrove.
È la letteratura che vuole commuoverci, o meglio: ricattarci emotivamente.
È un bacio avvolgente come l’acqua del mare.
È la fragilità di un uomo di mezza età, costretto ad affrontare i suoi pregiudizi.
È il rapporto con il desiderio e le proprie radici culturali di due adolescenti cambogiani-americani.
È la storia di un uomo che ha scontato due ergastoli per LSD raccontata da un grande fisico.
È un altro luogo, a cui ha cercato di accedere, nel corso dei secoli, la filosofia.
Ogni giorno, nuovi contenuti sul tema del mese.
L’amore è difficile da riconoscere, elaborare, raccontare; ha tante sfumature, cambia col tempo e ci rende diversi – a volte anche irriconoscibili a noi stessi.
Quindi, che cos’è l’amore? È più facile forse dire che cosa non è.
L’amore è un’altra cosa è il tema del terzo numero di Lucy e parla di un sentimento che ci è molto familiare e allo stesso tempo ci è alieno.
magazine 2
L’impossibile possibile
Scopri il tema
Ci sono cose che non dovrebbero succedere e che invece succedono; altre che non sembravano possibili ma sono già realtà; scoperte che parevano impensabili ma che oggi non lo sono più.
L’impossibile possibile è il tema del secondo numero di Lucy e racconta degli scenari bizzarri e imprevedibili in cui siamo immersi.
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2
il tema
L’impossibile possibile
il tema
È l’abbondanza di possibilità che ci priva di qualcosa di importante.
È un viaggio nel cuore della foresta amazzonica, alla scoperta di se stessi.
È quello che consideriamo, forse a torto, cattivo gusto.
È un pianeta da ripopolare.
È un ragazzino che si confronta con la morte e le sue conseguenze.
È un artista che non lesina, proprio come i suoi fan.
È il tentativo di creare società giuste che porta spesso a società peggiori.
È un ristorante dove non siamo mai stati, ma dove abbiamo mangiato.
È un ragazzo cresciuto come una bambina nella Cina del controllo delle nascite.
È la conversazione con un grande scrittore su sacrificio, letteratura, metropoli decadenti e limiti dell’uomo.
È il quiz televisivo raccontato da chi li scrive.
Ogni giorno, nuovi contenuti sul tema del mese.
Ci sono cose che non dovrebbero succedere e che invece succedono; altre che non sembravano possibili ma sono già realtà; scoperte che parevano impensabili ma che oggi non lo sono più.
L’impossibile possibile è il tema del secondo numero di Lucy e racconta degli scenari bizzarri e imprevedibili in cui siamo immersi.
magazine 1
Quello che non so di te
Scopri il tema
Quello che non so di te è il primo numero di Lucy ed esplora limiti e possibilità della conoscenza.
Perché spesso a definirci non è quello che sappiamo, ma quello che ignoriamo e che cerchiamo di scoprire.
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magazine
1
il tema
Quello che non so di te
il tema
È la prima donna da cui discendiamo.
È lo spazio profondo e lontano che indaghiamo attraverso la scienza.
È la Russia che non c’è più e quella che non dovrebbe esserci.
È la storia di un viaggiatore in cerca di se stesso.
È il tentativo di svelare il segreto che custodiamo con più cura: la coscienza.
È la natura della creazione, stupefacente per il creatore stesso.
È il superamento dei limiti che il corpo e la malattia impongono.
È un influencer di un altro pianeta.
È la musica che indossa una maschera per essere se stessa.
È una “lingua rotta” che permette a una madre e a una figlia di comunicare.
È la memoria di un padre che colma la distanza con sua figlia.
Sono le “macchie” di una grande scrittrice.
Ogni giorno, nuovi contenuti sul tema del mese.
Quello che non so di te è il primo numero di Lucy ed esplora limiti e possibilità della conoscenza.
Perché spesso a definirci non è quello che sappiamo, ma quello che ignoriamo e che cerchiamo di scoprire.