
Illustrazione di Virginia Gabrielli
Virginia Gabrielli
Virginia Gabrielli è artista e illustratrice. Collabora con testate e agenzie in tutto il mondo. I suoi lavori sono stati pubblicati su «The New York Times», «The New Yorker», e «The Atlantic» tra i vari.
(2025)
Luglio 2025
Il respiro del mondo
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Il respiro del mondo
Redazione
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Il respiro del mondo
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È il cielo, che ci sovrasta con la sua indifferente vastità e che da millenni proviamo a leggere, come fosse un testo scritto per noi;
è il modo in cui guardiamo la natura, e quindi noi stessi, chiedendoci ogni volta dove finisca “ciò che è naturale” e dove cominci l’artificio;
è l’ingegno silenzioso con cui una pianta si adatta, con cui un alveare si struttura, con cui la vita si organizza senza un architetto;
è lo sguardo degli animali, che ci osservano da un altrove che ci sfugge — presente, ma non nostro;
è il potere della voce. Quella che attraversa i corpi, le foreste, le bocche umane e le gole vulcaniche;
è la tenerezza, che non chiede nulla e per questo sopravvive anche al tempo;
è l’intuizione che qualcosa sta per accadere: un lampo in lontananza, una quiete innaturale, un vento che cambia. È la soglia della catastrofe;
è l’ecologia — come sapere, come pratica, come responsabilità quotidiana — che ci ricorda che ogni gesto ha un’eco, ogni scelta una conseguenza;
è l’idea che il mondo non sia una risorsa, ma un dono. Un dono vivo, che respira, grazie al quale siamo vivi anche noi, e a cui dobbiamo il nostro stesso respiro.
Respirare è la prima cosa che facciamo venendo al mondo e l’ultima quando lo lasciamo. In mezzo, dimentichiamo quanto sia essenziale. Come la Terra, che respira a modo suo: attraverso il vento, le stagioni, i mutamenti del cielo e della luce. È grazie a quei fenomeni che capiamo che il pianeta vive. E che il suo respiro ci precede.
Da sempre cerchiamo di capire la natura. Ma come si può comprendere davvero ciò che è casa, madre e figlia allo stesso tempo? La natura ci incanta, ci sfida, ci nutre. Ma non ci appartiene.
Col tempo, abbiamo trasformato doni in risorse, le dimore in paesaggi. E stiamo smettendo di cercare le stelle, che ci hanno guidato per millenni. Ma sotto le nostre città, il mondo continua a parlarci.
Gli antichi lo sentivano, e lo rispettavano. E oggi è il nostro turno. Perché la Terra non è solo lo spazio su cui “brevemente risplendiamo”, come scriveva Ocean Vuong, ma una presenza viva. Che, a sua volta, ci tiene in vita.
Questo è il numero di luglio di Lucy. Questo è Il respiro del mondo.