Iconografie XXI
20 Dicembre 2024
Iconografie XXI esplora in dieci immagini i feticci che abbiamo venerato negli ultimi anni
Come membri di ciò che viene chiamata “società occidentale” crediamo sempre meno in Dio, quasi per niente nei rapporti interpersonali e comunitari, e la nostra fiducia nei confronti della politica è ormai pari a zero. Sarà per questo che siamo alla continua ricerca di feticci da venerare. Questi oggetti di devozione li troviamo nei luoghi più prevedibili (e, qualche volta, più pericolosi) Nell’uomo forte al potere, in un paio di scarpe, negli antri più radicali della religione o in un bombardamento a tappeto sulle teste di coloro che reputiamo i nostri nemici. Abbiamo scelto 10 tra i momenti più iconici della contemporaneità per illustrare un mondo che non crede più a Dio e senza saperlo credere a cose ben peggiori.
Stati Uniti, luglio 2024.
Il 13 luglio 2024 Thomas Matthew Crooks, un ventenne del quale sappiamo ancora sorprendentemente poco, spara all’allora candidato repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti Donald Trump durante un suo comizio a Butler, Pennsylvania. Il proiettile sfiora Trump per una questione di millimetri, ferendolo solo lievemente all’orecchio. In mezzo al caos di quei momenti, con gli spettatori che vanno nel panico e la sicurezza del tycoon che lo circonda immediatamente per proteggerlo, Trump “emerge” dalla confusione dando vita ad un’immagine già leggendaria: pugno alzato, sangue in faccia, bandiera a stelle e strisce alle spalle. Se la “detronizzazione” dalla Casa Bianca, il secondo impeachment e il processo Stormy Daniels hanno rappresentato la Passione di Trump, il trumpismo – in molti aspetti un vero e proprio culto – ha finalmente trovato la sua Pasqua. Non è un caso che quel momento, infatti, sia finito tatuato sulla pelle di diversi sostenitori trumpisti.
Mosca, Russia, settembre 2017.
Nella contemporaneità, in pochi sono riusciti a dare vita ad un culto della personalità forte e strutturato come quello che esiste attorno a Putin. Agli occhi di molti, sia russi che simpatizzanti stranieri, Putin è un incrocio tra un presidente ed una rockstar, capace di trascendere il mero ruolo di capo di stato. Chiunque abbia visitato la Russia negli ultimi 15 anni si è imbattuto in negozi di souvenir pieni di calamite, statuine o magliette con Putin senza maglietta che cavalca un orso, accarezza un cucciolo o cammina tranquillamente mentre dietro di lui ci sono scene di esplosioni. Uno degli aspetti più interessanti è proprio quello del “kitsch putiniano”: quello basato sulla personalità di Putin non è solo il culto più forte, popolare e di successo, ma è anche il più tamarro.
A’zaz, Siria, agosto 2023.
La figura del martire e la devozione che si crea attorno ad essa – stadio finale di un processo di beatificazione – è stata protagonista di tutti i grandi movimenti popolari della storia più recente, dai martiri spagnoli fucilati dalle truppe napoleoniche e dipinti da Francisco Goya ne Il 3 maggio 1808 fino a Bobby Sands nell’Irlanda del Nord degli anni Ottanta, passando per Jan Palach ed i “martiri di Maidan”. Un caso particolare è quello delle Primavere Arabe che hanno infiammato il mondo arabo nel biennio 2010-2011, e di cui continuiamo a vedere le conseguenze ancora oggi. In Siria, è stata proprio la tortura e l’uccisione del 13enne Hamza Ali Al-Khateeb a far scoppiare le proteste nel paese. Negli anni successivi, il volto di Hamza al-Khateeb è apparso in tutte le manifestazioni siriane e la sua foto è spuntata fuori anche nel 2024 durante i festeggiamenti per la caduta di Assad. In foto Abdallah al-Khateeb, il fratello minore di Hamza, con il ritratto del fratello durante una manifestazione nel villaggio di A’zaz nell’agosto 2023, 12 anni dopo la sua uccisione.
Kursk, Russia, ottobre 2024.
La Corea del Nord è un paese particolarissimo, in cui l’eredità del socialismo reale ha vissuto una torsione teocratica fondata sul culto della personalità della dinastia Kim, giunta alla terza generazione con l’attuale leader Kim Jong-Un. Ogni aspetto della propaganda e della comunicazione di regime è strutturato per avere al suo centro i Kim, presentati come delle creature semi-divine – Kim Il-sung, fondatore della dinastia e del paese, è ancora formalmente “presidente eterno” dopo la sua morte. Non è un caso che la prima immagine del coinvolgimento delle truppe nordcoreane in Ucraina accanto a quelle russe immortala due soldati nordcoreani che passano il loro tempo lontano dalle trincee ammirando ritratti di Kim Jong-il e Kim Il-Sung.
Damasco, Siria, dicembre 2024.
Il XXI secolo, fino ad ora, è stato il secolo del terrorismo jihadista. Apertosi con l’11 settembre 2001, proseguito con gli attentati di Madrid (2004) e Londra (2006), ha vissuto il suo culmine con la serie di attacchi in Francia, Belgio, Austria e Russia rivendicati dallo Stato Islamico e con il coinvolgimento di decine di ragazzi occidentali nelle guerre mediorientali come foreign fighters all’interno di organizzazioni jihadiste. Sono stati molti i gruppi che hanno raccolto i frutti di questa forma di devozione fanatica: da al-Qaeda ad al-Shabaab, dall’ISIS a Boko Haram. Come ha spiegato la storica Suzanne Schneider nel suo The Apocalypse and The End of History, si tratta di un fenomeno che ha molto più in comune con la “fine della Storia” post-1989 che con il radicalismo religioso in sé. Lo dimostra il caso più recente: quello di Abu Mohammed Al-Jolani, leader del gruppo jihadista siriano Hay’at Tahrir al-Sham, che dopo aver abbattuto il regime assadista si presenta all’Occidente con la barba scorciata e in abiti civili.
Città del Vaticano, ottobre 2022.
Non è più una sorpresa per nessuno che, come scrisse Karl Marx, “la ricchezza delle società nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico si presenta come un’immensa raccolta di merci”. Non è vero che oggi non crediamo più a niente, perché crediamo nelle merci e nel loro consumo. Quello che ieri era religione, oggi è consumismo. Attorno ad alcune merci particolari si è sviluppato anche una vera e propria devozione: il caso più evidente è quello dello sneakers, arrivate a costare cifre rilevanti e diventate anche strumenti utili alla cementificazione del proprio brand In foto, Papa Francesco riceve un paio di sneaker custom in regalo da padre Jim Sichko, prete e speaker motivazionale statunitense.
Gaza, Palestina, maggio 2024.
Lo psicoanalista e filosofo James Hillman apre il suo Un terribile amore per la guerra – libro fondamentale per capire cosa significhi la guerra per l’essere umano oltre alla mera conquista di risorse e territori – parlando del generale dell’esercito statunitense George S. Patton: “il generale ispeziona il campo dopo una battaglia”, scrive Hillman. “Terra sconvolta, carri armati distrutti dal fuoco, cadaveri. Patton solleva tra le braccia un ufficiale morente, lo bacia e, volgendo lo sguardo su quella devastazione, esclama: ‘Come amo tutto questo. Che Dio mi aiuti, lo amo più della mia vita’”. I pensieri non possono che andare immediatamente alla febbre bellicista che ha colpito la Russia putinista, movimenti filo-atlantisti come NAFO – acronimo di North Atlantic Fella Organization, un gruppo di meme-attivisti digitali antirussi – o alle centinaia di foto e video di soldati israeliani che ridono e scherzano in mezzo alle macerie di Gaza. Non solo la guerra è tornata nella nostra quotidianità, ma tanti di noi “la amano più della loro stessa vita”.
Zhengzhou, Cina, luglio 2022.
Intervistato da Oriana Fallaci, Deng Xiaoping, successore di Mao e architetto delle riforme di mercato in Cina, disse: “noi non faremo a Mao quello che Chruschev ha fatto a Stalin”. E in effetti, nonostante la Cina sia ormai diventata pienamente capitalista, il volto del leader comunista è ancora sulla porta di Tiananmen e il suo corpo imbalsamato ancora nel suo mausoleo. Il culto della personalità di Mao, però, è cambiato molto rispetto ai tempi della Cina maoista: la devozione che ha suscitato ai suoi tempi, con le guardie rosse che “bombardavano il quartier generale”, è scomparsa. Oggi, Mao viene usato in modi molto diversi: come immagine da agitare per tutelarsi quando si critica il governo. È il caso dei risparmiatori truffati da una banca rurale a Zhengzhou, nella provincia dell’Henan, nel luglio 2022: scesi in piazza per riavere i loro soldi, avevano portato con sé ritratti di Mao, per poter criticare lo stato senza essere considerati suoi nemici e, quindi, repressi.
Washington D.C., giugno 2022.
Negli ultimi 10 anni, l’industria musicale è stata sconvolta da una rivoluzione che prende il nome dei BTS, una boyband coreana in grado di partire da zero e arrivare a valere lo 0,3% del PIL coreano in meno di un decennio. Le novità rappresentate dai BTS sono molteplici, e vanno dai fattori geografici – vengono dalla Corea del Sud, una periferia di quell’impero culturale a guida statunitense – alla loro abilità di trasformare e far diventare un prodotto globale il k-pop, il pop coreano. In particolare, i BTS e la loro etichetta Hybe hanno sviluppato un rapporto con la fanbase basato su un’estremizzazione sia della “presenza” dei ragazzi nella vita delle loro ascoltatrici, sia della devozione che si è sviluppata intorno a loro – un rapporto che è stato definito “religioso” e basato su una “devozione incondizionata”. Il fenomeno è arrivato perfino alla Casa Bianca, dove Joe Biden ha posato insieme a loro facendo il simbolo del cuore.
Riga, Lettonia, giugno 2020.
Lo shock che la pandemia di COVID-19 ha rappresentato nel panorama politico e culturale globale è probabilmente senza precedenti. Oltretutto ha acutizzato ulteriormente l’iper-politicizzazione della società e la polarizzazione del dibattito pubblico. Se da un lato c’era la demonizzazione dell’autorità statale che ti obbligava prima a stare in casa e poi a vaccinarti, dall’altra prendeva forma una vera e propria feticizzazione della scienza. I medici erano angeli custodi, il vaccino un miracolo. In pieno accordo con questa tendenza, nel giugno 2020 è stata inaugurata a Riga una statua alta 20 metri che raffigura un medico – uno dei primi esempi contemporanei di devozione alla scienza.
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Iconografie XXI è un collettivo e un progetto multimediale di ricerca e analisi su immagini, politica e società nel contemporaneo.
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