Abitare il pianeta, trasformarlo, trasformarci - Lucy sulla cultura
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Iconografie XXI

Abitare il pianeta, trasformarlo, trasformarci

Dieci immagini da tutto il mondo mostrano come il nostro impatto sull’ambiente cambi anche il modo in cui viviamo, combattiamo, costruiamo e immaginiamo il futuro.

Che sia lo spazio, un albero, un cammello, una pioggia torrenziale o un termometro che segna 55 gradi, la nostra esperienza in questo mondo non può fare a meno di rapportarsi con la natura. Questo è vero a livello personale e ancora di più a livello di società: muoverci in una direzione significa prenderci delle responsabilità su chi condivide il pianeta con noi; significa trasformarlo e renderlo un luogo diverso – nella maggior parte dei casi, purtroppo, peggiore.

Abbiamo raccolto 10 immagini che evidenziano come cambiamo il mondo attorno a noi e come questo cambiamento, di conseguenza, cambia noi.

Lützerath, Germania, gennaio 2023.

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Durante alcuni scontri tra la polizia e manifestanti ambientalisti a Lützerath, un paesino tedesco nella Renania Settentrionale-Vestfalia a rischio demolizione per fare spazio all’ampliamento di una vicina miniera di carbone, è nato un meme: in un video diventato immediatamente virale si vedono i manifestanti e i poliziotti separati da pochi metri di terreno talmente fangoso da essere impossibile da attraversare, con i poliziotti che cadono nel fango ogni volta che avanzano; a un certo punto compare un manifestante vestito da monaco e con il volto coperto che si avvicina e provoca i poliziotti bloccati nel fango, spingendoli di nuovo a terra ogni volta che riescono faticosamente a rialzarsi. Il “monaco del fango”, all’anagrafe Loïc Schneider, è diventato presto un misterioso paladino per migliaia di attivisti ambientali. Intervistato da Le Monde, un fotografo di Reuters che ha assistito ad alcune sue azioni lo ha descritto in questi termini: “ogni tanto appare dal sottobosco, mostra ai poliziotti il suo scudo che è un coperchio della spazzatura e un manganello che ha sottratto a uno di loro, come se fosse un trofeo. Poi sparisce di nuovo”.

Deserto di Chihuahua, confine tra Stati Uniti e Messico, aprile 2025.

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Nell’aprile 2025 Katy Perry è diventata la prima popstar ad andare nello spazio. Lo ha fatto a bordo del razzo suborbitale New Shepard, di proprietà della società di Jeff Bezos Blue Origin, insieme a cinque altre donne (attiviste, ingegnere aerospaziali, presentatrici TV e la compagna di Bezos): Perry è stata nello spazio per 10 minuti e 21 secondi, nei quali ha cantato What a wonderful world di Louis Armstrong, scattato foto con il suo telefono e posato davanti alle telecamere. Una volta atterrata nuovamente la popstar ha immediatamente baciato il terreno per poi dedicarsi alle interviste: “questa avventura mi ha dimostrato quanto amore c’è dentro ognuno di noi”, ha detto.

Ucraina, febbraio 2025.

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Nel corso della Storia, gli animali sono stati impiegati in guerra nei modi più diversi: come strumenti d’attacco, mezzi di trasporto, messaggeri o anche semplicemente come mascotte. La loro presenza sui campi di battaglia è stata una costante. Tra gli esempi più noti si possono ricordare Cher Ami, il piccione viaggiatore che nel 1917 salvò numerosi soldati della 77ª Divisione di fanteria statunitense intrappolati nella foresta delle Argonne, oppure Wojtek, l’orso bruno siriano che seguì il II Corpo polacco durante la Seconda guerra mondiale, divenendo una leggenda. E questo senza nemmeno entrare nel merito di cavallerie, truppe cammellate, asini, degli elefanti di Annibale o dei canes pugnaces impiegati dagli antichi romani. La foto di soldati russi in posa con un cammello da qualche parte in Ucraina, ad ogni modo, rimane assurda.

Myanmar, aprile 2024. 

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Un conflitto non cambia soltanto il territorio in cui si svolge, ma anche la fauna che lo abita. Sono proprio gli animali a sentire maggiormente il peso delle trasformazioni e delle distruzioni, ma questo aspetto continua a rimanere invisibile nelle restituzioni che abbiamo degli scenari di guerra. Perciò è interessante osservare l’iniziativa promossa dall’Esercito di liberazione nazionale Ta’ang, gruppo armato del Myanmar che combatte contro il regime militare che ha preso il potere nel Paese dal 2021. I ribelli hanno reso pubbliche le foto di animali selvatici che incontrano durante le loro operazioni o che vengono ripresi dalle loro telecamere di sorveglianza. L’escalation militare in Myanmar non solo rappresenta una minaccia diretta alla vita della fauna locale, ma ha anche rafforzato i traffici illeciti di animali esotici.

Isole Fiji, febbraio 2024. 

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Oggi si stima che nel mondo esistano oltre un centinaio di tribù ancora non contattate, localizzate soprattutto in Sud America e in regioni isolate e difficilmente accessibili, come la Papua Occidentale in Indonesia e la vicina Papua Nuova Guinea. Sebbene vengano definite “non contattate”, alcune di queste comunità hanno avuto interazioni con l’esterno, spesso forzate e quasi sempre traumatiche o dannose. Quella di una tribù che abita nelle Isole Fiji è senza dubbio l’esperienza più surreale: nel dicembre 2024 un gruppo di youtuber del collettivo NELK è entrato in contatto con alcuni indigeni e, durante l’incontro, ha distribuito loro dei vaporizzatori.

Hong Kong, marzo 2019. 

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La pratica di costruire barricate durante le rivolte urbane è legata alla storia moderna francese; da Parigi, però, la barricata è diventata poi un patrimonio dei rivoltosi di tutto il mondo, arrivando a plasmare un determinato immaginario di rivolta, creando nuovi termini e diventando un vero e proprio elemento identitario. Le barricate non modellano solo le rivolte, ma trasformano anche lo spazio urbano in cui si inseriscono. La strada è il loro ambiente naturale, come dimostrano le insurrezioni nella Parigi ottocentesca. Quando Napoleone III nel 1853 ridisegna l’urbanistica parigina, creando una città di grandi viali, lo fa tenendo in mente il pericolo delle barricate: il controllo sociale della popolazione non era abbastanza, per fermare le barricate serviva una completa trasformazione dello spazio urbano. Queste, però, sono sopravvissute; l’esempio più recente è Hong Kong, dove una delle tecniche di guerriglia urbana più utilizzate dagli attivisti pro-democrazia nel 2019 era proprio quella di rallentare la polizia costruendo barricate con transenne, segnali stradali e bancali in legno e, in alcuni casi, cemento e mattoni.

Furnace Creek, California, Stati Uniti d’America, luglio 2023. 

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L’impronta umana nel mondo è stata in grado di modificare drasticamente il pianeta che ci ospita. Quando piove, piove molto di più; quando non piove, non piove per molto più a lungo. I nostri mari sono pieni di plastica, così come i nostri corpi. La nostra frutta ha sempre meno sapore, e i nostri maiali vengono imbottiti di antibiotici. Una fetta importante della popolazione, e ancora di più per quanto riguarda la classe dirigente, ha semplicemente scelto di girarsi dall’altre parte: negare, minimizzare o ignorare il problema. Uno di questi però è sempre più difficile da nascondere sotto il tappeto, ed è il fatto che ovunque faccia molto più caldo di qualche decennio fa. In una surreale versione del proverbio “se non puoi batterli, unisciti a loro”, a Furnace Creek – il luogo dove nel 1913 è stata registrata la temperatura più alta di sempre sulla terra, 56,7°C – si è trovata una soluzione alternativa: posare sorridenti con il termometro che misura 55°C.

Gaza, Palestina, ottobre 2023. 

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Il termine “spaziocidio” è stato coniato da Eyal Weizman, architetto israeliano direttore del Forensic Architecture dell’Università Goldsmiths di Londra, in un omonimo libro che indaga l’architettura dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967 a oggi e il modo in cui la violenza degli eventi legati all’occupazione (bombardamenti, scontri armati, uccisioni) è andata di pari passo con una violenza “più lenta e consequenziale” con la quale Israele ha ridisegnato il territorio stesso della Palestina occupata. Weizman analizza quindi edifici, tunnel, strade e in generale quelli che lui chiama “crimini attraverso l’ambiente” per dimostrare che “i due tipi di violenza sono legati e senza dubbio interagiscono fra loro”. Questo colpisce la popolazione araba trasformando il territorio in un “arcipelago di inimicizia e alienazione” e una “prigione a cielo aperto”. Non è un caso, forse, che una delle immagini più diffuse sui social il 7 Ottobre sia stata quella di un gruppo di palestinesi che abbatte con un bulldozer una parte della recinzione attorno a Gaza.

Black Rock City, Nevada, Stati Uniti d’America, settembre 2023. 

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Tra tutti gli esempi di come gli uomini possano plasmare la natura attorno a loro, il caso del Burning Man è uno degli esempi più interessanti. Per qualche giorno all’anno Black Rock City, un luogo vuoto e inospitale nel mezzo del deserto del Nevada, diventa un luogo vibrante dove si svolge uno dei festival più famosi al mondo. L’evento si basa su principi come l’autosufficienza, l’armonia con la natura, l’esplorazione di sé e la connessione con le persone che ti circondano; come prevedibile, è frequentato principalmente da uomini e donne bianchi e molto ricchi. Qualche volta, però, la natura si ribella anche al Burning Man: nel settembre 2023, ad esempio, una pioggia torrenziale ha trasformato il posto in una distesa di fango e ha costretto migliaia di persone a evacuare in fretta e furia.

Washington, D.C., Stati Uniti d’America, dicembre 2019.

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Nel dicembre 2019 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato con orgoglio la nuova aggiunta delle sue forze armate: la United States Space Force, il nuovo gioiello dell’astronautica militare che – nelle parole del presidente – avrà un ruolo fondamentale nella guerra spaziale. Questa è responsabile di tutte le operazioni spaziali, inclusi i sistemi di lancio e i satelliti, e va considerata come un capitolo importante in questo vero o presunto ritorno della guerra fredda; siamo tornati, di nuovo e con sempre più convinzione, a guardare verso l’alto e a scorgere tra le stelle un territorio di conquista.

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Iconografie XXI è un collettivo e un progetto multimediale di ricerca e analisi su immagini, politica e società nel contemporaneo.

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