25 Giugno 2024
Scrittore e accademico, Valerio Evangelisti è stato un "vero compagno", capace di difendere con passione e onestà le sue idee.
Se si cerca la voce “Evangelisti Valerio” nei più consultati dizionari letterari italiani si trova ben poco. Nulla, per esempio, in quello curato da Asor Rosa per Einaudi, che è del 1992, un periodo di grande notorietà del nostro bizzarro scrittore “di genere”, che in molti abbiamo considerato un maestro.
Nato e morto a Bologna (1952-2022), dove insegnava, magro e allampanato, Evangelisti ha diviso la sua attività tra il lavoro di storico dei movimenti operai e contadini post-risorgimentali in Romagna e la scrittura di una vasta serie di romanzi e di saggi, di recensioni e di interventi che hanno riguardato – questa la sua colpa, agli occhi dei colleghi accademici – la letteratura detta “di genere”, di cui fu un cultore attentissimo.
Scriveva romanzi, anche seriali: il ciclo maggiore è quello di Eymerich, con protagonista un vescovo di santa romana chiesa, spietato inquisitore che è anche un accanito e abilissimo investigatore, eroe negativo per eccellenza. Ha anche fondato «Carmilla», rivista sulla letteratura fantastica che deve il suo nome a un racconto omonimo di Sheridan Le Fanu di cui egli ci regalò, ricordo, anche una nuova traduzione.
Molti suoi interventi li mise insieme su pressione di Stefano De Matteis e mia per L’ancora del Mediterraneo, una piccola casa editrice napoletana degli anni Settanta che non resse alle difficoltà di far libri intelligenti senza il sostegno di un po’ di finanza; e, più o meno nello stesso periodo, facemmo lo stesso per gli interventi di un grande noirista francese, Jean-Patrick Manchette, anche lui oggi malamente dimenticato.
Evangelisti si nutriva, si può dire, di ricerche storiche e di letteratura fantastica, e curò alcuni capolavori della fantascienza (di Dish e Matheson, di Silverberg e Tevis…) e dell’horror, e non mi stupì che nel 2008 per Mondadori curasse un’edizione di Lo smeraldo di Mario Soldati, rara e originale incursione di un grande scrittore italiano dentro un “genere” che da noi proponeva solo imitazioni, benché appassionate.
Evangelisti aveva bene appreso dagli americani e dai classici inglesi e francesi della letteratura popolare e di genere come combinare una vicenda ricca di suspense con un sottofondo teorico-politico alto.
Diciamolo: Valerio Evangelisti, al pari e forse meglio di altri ottimi altri bolognesi come i Wu Ming, è tra i pochi scrittori veramente colti, si potrebbe dire tradizionalmente colti (un professore universitario, ohibò!) che ha sinceramente frequentato e goduto la letteratura popolare del suo tempo e di prima, e che ne ha saputo ripercorrere i modelli con intelligenza e passione. Basterebbe questo a dire della sua originalità, dell’interesse che ancora dovrebbero suscitare le sue opere, anzi i suoi cicli.
“Evangelisti aveva bene appreso dagli americani e dai classici inglesi e francesi della letteratura popolare e di genere come combinare una vicenda ricca di suspense con un sottofondo teorico-politico alto”.
Si è detto di Evangelisti scrittore di genere e critico letterario, si è detto dello studioso delle rivolte e delle organizzazioni socialiste tra Otto e Novecento, resta da dire che Valerio era davvero “un compagno”, disposto a mettersi in gioco anche rischiando la carriera. Per esempio, si spese nella difesa di Cesare Battisti, un discusso militante fuggito in America Latina di cui, credo, era stato amico in gruppi e manifestazioni dell’ala più decisa del “movimento”.
Sulle sue scelte si poteva opinare, ed egli non si tirava certamente indietro, ma la sua onestà e la sua coerenza erano indubbie, e furono ammirevoli quando, dopo le esplosioni del ‘68 e del ‘77, il movimento languiva o tornava a rintanarsi nel privato. Era un “vero compagno”, dunque, e, alla faccia dei suoi barbosi colleghi accademici, è stato uno scrittore vivo e fertile, che ha diritto ad avere nuovi lettori.
Goffredo Fofi
Goffredo Fofi è saggista, critico cinematografico e letterario. Il suo ultimo libro è Cari agli dèi (Edizioni E/O, 2022).
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