I doni servono a suggellare pace e buoni sentimenti. Non solo tra individui, ma anche tra nazioni. E oggi, questi doni, sono più strani che mai.
In Saggio sul dono, l’antropologo Marcel Mauss dice che le società hanno prosperato in misura direttamente proporzionale alla loro capacità di “rendere stabili i loro rapporti: donare, ricevere e infine ricambiare”. Per rendere questo possibile è stato innanzitutto necessario “deporre le lance”; il passo successivo è stato scambiare i beni, non più soltanto tra clan e clan, ma anche tra tribù e tribù, nazione e nazione e, soprattutto, tra individuo e individuo. La storia del dono, quindi, è la storia di chi siamo noi.
Abbiamo raccolto dieci doni della contemporaneità, che dicono molto su questi tempi che ci sono toccati. Libri di fiabe su un topo che diventa Presidente della Russia, dolcetti per celebrare l’introduzione della pena di morte, buquet di fiori per congratularsi di una pioggia di missili ballistici, Labubu: questo siamo. Come diceva Libero de Rienzo in Santa Maradona, “io lo direi con un po’ meno di orgoglio, eh”.
Mosca, marzo 2025.
Nel contesto della guerra civile in Myanmar, Mosca gioca un ruolo fondamentale: il Cremlino è infatti il principale fornitore di armi della giunta militare che nel 2021 ha rovesciato il governo del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, assumendo il controllo dello Stato.. Il legame tra i due paesi si è ulteriormente rafforzato in occasione della visita a Mosca del Presidente e comandante delle forze armate Min Aung Hlaing, che in quell’occasione ha incontrato Putin. . Mentre stavano ricevendo i giornalisti, Min Aung Hlaing ha regalato a quest’ultimoun libro con una profezia buddhista apocrifa su un ratto che dopo aver incontrato Buddha diventa re della Russia e amico del re del Myanmar.
Washington, D.C., Stati Uniti d’America, maggio 2025.
Non avevamo bisogno della bromance tra Elon Musk e Donald Trump. Anche tralasciando il giudizio sulle decisioni prese sulle spalle degli statunitensi, da un punto di vista comunicativo i due non hanno mai perso un’occasione per aggravare momenti già imbarazzanti con saluti romani o uscite xenofobe. I rapporti tra i due ad oggi non sembrano essere idilliaci, anzi. Tanto è vero che Musk è stato presto allontanato dalla Casa Bianca. Ad ogni modo, la narrazione di facciata vuole un congedo più pacifico di quanto non sia vociferato: durante una cerimonia appositamente ideata, un Musk con tanto di maglietta “The Dogefather” ha ricevuto in dono da Trump le chiavi dorate della Casa Bianca.
Caracas, Venezuela, settembre 2025.
Con l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Venezuela, e con la prospettiva di un intervento militare da parte di Washington ogni giorno più concreta, la situazione per Nicolàs Maduro sembra essere particolarmente preoccupante. Nonostante ciò, una delle strategia di propaganda sulla quale il Presidente venezuelano sembra puntare di più è “l’operazione simpatia”: video in cui balla su remix di suoi discorsi, appelli per la pace in un inglese volutamente strampalato (“No war, yes peace!”)che lo mettono in una luce poco minacciosa agli occhi del pubblico internazionale. Ad ogni, modo questo aspetto… stravagante di Maduro è proprio della sua personalità. Basti pensare al leggendario video con un cellulare Huawei nuovo di pacca regalato da Xi Jinping: “Un telefono impressionante”, dice Maduro cucinando il meme. “Non lo possono hackerare nemmeno gli statunitensi”.
Gerusalemme, Territori Palestinesi Occupati, novembre 2025.
La distribuzione di dolci per celebrare un avvenimento positivo è molto diffusa nella cultura palestinese e più in generale araba. Ovviamente, la pratica nel tempo si è intrecciata con gli avvenimenti geopolitici e i suoi aspetti più controversi (come quando la distribuzione avviene per celebrare attentati contro obiettivi israeliani) sono stati spesso ripresi dalla cronaca internazionale – ad esempio, il movimento Samidoun, network di solidarietà per i prigionieri politici palestinesi, è stato reso illegale dal governo tedesco per aver organizzato a Berlino una manifestazione celebrativa dell’attacco del 7 ottobre, durante la quale i suoi militanti avevano distribuito dolciumi. Nonostante ciò nel tempo l’usanza è stata adottata anche dai coloni israeliani per celebrare l’uccisione di civili palestinesi, fino ad arrivare addirittura alla Knesset. Qui Itamar Ben-Gvir, il ministro più estremista del governo di Netanyahu, ha distributo dolci ai colleghi per celebrare l’approvazione di una legge che introduce la pena di morte ai prigionieri palestinesi accusati di terrorismo.
Cimitero di Highgate, Londra, Regno Unito, luglio 2025.
Parte fondamentale del processo per metabolizzare il lutto è continuare a prendersi cura di chi ci ha lasciato. Non solo emotivamente, ma anche materialmente: curiamo i luoghi dove sono sepolti, portiamo loro omaggi. Di questa pratica troviamo testimonianze antiche. Nel mondo contemporaneo, questa usanza ha assunto delle sfumature curiose.. Un esempio su tutti? Il Labubu lasciato sulla tomba di Karl Marx nel cimitero di Highgate, a Londra.
Taipei, Taiwan, maggio 2024.
Uno snodo centrale delle tensioni internazionali degli ultimi decenni è il territorio taiwanese, ritenuta una “provincia ribelle” da Pechino ma le cui ambizioni di indipendenza sono tutelate e incoraggiate dagli Stati Uniti d’America. Nel 2022 si è arrivati a un punto di apparente rottura, con la visita nell’isola dell’allora Speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi e il conseguente dispiegamento militare da parte di Pechino. La tensione, negli anni successivi, non ha più raggiunto livelli così preoccupanti, ma le visite statunitensi sull’isola non sono state accolte con meno severità da parte cinese. Un esempio è stata la visita a Taipei del presidente della Commissione Esteri del Senato statunitense; l’occasione è stata anche luogo di un siparietto curioso. Qui, infatti, il presidente di Taiwan Lai Ching-te ha indossato un cappello da cowboy, di fatto ricreando l’iconica foto di Deng Xiaoping in visita in Texas.
Teheran, Iran, aprile 2024.
Nell’aprile 2024 l’Iran ha dato il via a una massiccia operazione militare contro Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco, in Siria, portato a termine da Israele solo poche settimane prima. L’attacco, guidato dalla branca aeronautica del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica guidata dal comandante Amir Ali Hajizadeh, ha coinvolto più di 300 tra droni, missili da crociera e missili balistici. In segno di ringraziamento, il giorno seguente il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha recapitato ad Ali Hajizadeh un bouquet di fiori.
Riad, Arabia Saudita, maggio 2017.
Il rapporto tra Donald Trump e i paesi del Golfo, in particolare con l’Arabia Saudita, è stato particolarmente privilegiato fin dall’inizio; proprio a Riad, infatti, Trump fece il primo viaggio ufficiale ai tempi della sua prima presidenza. Il viaggio, però, rimane iconico per la foto con “l’orbe” – un mappamondo traslucido con il quale Trump, il presidente egiziano al-Sisi e il re saudita Salman bin Abdulaziz al-Saud hanno posato insieme. Come ha scritto su «Middle East Eye» il giornalista Oscar Rickett, l’impatto della foto molto forte: “Il nuovo leader di quello che era ancora il paese più potente del mondo, in una stanza piena di computer, circondato dall’oscurità e accompagnato da due uomini forti del Medio Oriente, sembravano trarre una sorta di malefico potere da un misterioso orbe”. Il giornalista del «New York Times» Ben Hubbard ha rivelato che ne è stato poi del globo illuminato: i sauditi l’avrebbero donato all’ambasciata statunitense, dove sarebbe “rimasto per un po’ di tempo in un corridoio, con i diplomatici che passando si facevano delle foto. Qualcuno alla fine si era preoccupato del fatto che le foto potessero finire online e causare uno scandalo, e l’orbe era stato nascosto nel deposito dell’ambasciata”.
Donetsk, Ucraina, marzo 2023.
L’8 marzo è una giornata strana. Da una parte celebra un momento di lotta e riflessione e rivendicazione, dall’altra c’è poi il grottesco spettacolo della “festa” della donna, si regalano mimose e si parla di “principesse” che non andrebbero toccate “nemmeno con un fiore”. Infine c’è il Donetsk occupato dalle forze russe, dove sì, è vero, l’8 marzo le donne non hanno ricevuto diritti ma fiori, con una particolarità però: quei fiori venivano offerti da un cartonato di Vladimir Putin.
Little Saint James, Isole Vergini americane, anni Ottanta – anni Duemila.
Il dono più prezioso di tutti, si sa, non conosce materia. Si tratta dell’amicizia. Per questo motivo abbiamo deciso di chiudere l’ultima rassegna iconografica del 2025 con due uomini che perfettamente incarnano questo dono meglio di chiunque altro: Donald Trump e Jeffrey Epstein.