Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Lucy
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Iconografie XXI

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini

29 Febbraio 2024

L’arrivo del nuovo secolo sembrava portare con sé le speranze di un mondo più libero, con meno conflitti e un maggior benessere diffuso. Eppure, questi primi ventiquattro anni hanno visto emergere vecchie e nuove paure. In molte di queste, siamo purtroppo ancora immersi.

Allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio 2000, il mondo si lasciava alle spalle “il secolo della paura”. A definirlo così è Albert Camus, in uno dei saggi che compongono Né vittime, né carnefici, una serie pubblicata su «Combat», giornale simbolo della resistenza francese, e pubblicato in italiano nella raccolta Mi rivolto dunque siamo (Eleuthera, 2008). 

Camus parla del Novecento come del secolo dove “abbiamo visto mentire, umiliare, uccidere, deportare, torturare, e ogni volta non è stato possibile convincere coloro che lo facevano a non farlo, perché erano sicuri di sé e perché non si convince un’astrazione, cioè il rappresentante di un’ideologia”. 

L’autore è angosciato: il dialogo tra gli uomini “si è adesso interrotto” e nel mondo “la persuasione non è più possibile”. Che si può fare, “in mezzo a coloro che sono convinti di avere assolutamente ragione, tanto nelle loro macchine quanto nelle loro idee”? 

Il nostro secolo, invece, sulla carta doveva essere tutto il contrario. La folla in giubilo sulle macerie del muro di Berlino ci aveva promesso un mondo libero, un mondo in cui sette degli otto paesi che si erano astenuti dal votare la Dichiarazione universale dei diritti umani non esistevano più. Via l’Unione Sovietica (con Bielorussia e Ucraina, che avevano seggi singoli all’Assemblea delle Nazioni Unite), la Repubblica Popolare di Polonia, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, ai quali si aggiungeva anche il Sudafrica della segregazione razziale. Con la vittoria della guerra fredda da parte del Mondo Libero si era finalmente pronti alla realizzazione delle Quattro libertà teorizzate da Roosevelt: libertà di espressione, libertà di religione, libertà dalla miseria, libertà dalla paura. 

Quest’ultima si riferiva alla riduzione degli armamenti bellici, ma a livello retorico dialogava  anche con gli altri tre punti: liberi dalla paura di dover tacere, liberi dalla paura di dover nascondere la nostra fede, liberi dalla paura della fame e, per finire, liberi dalla paura di morire sotto le bombe. Eppure, alle porte del primo quarto di secolo è ormai chiaro: così non è stato. 

L’attentato alle Twin Towers

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Manhattan, New York, 11 settembre 2001

Manhattan, New York, 11 settembre 2001

Caroline e Megan sono due amiche che condividono una stanza nel dormitorio della New York University, a poche centinaia di metri in linea d’area dal World Trade Center di Manhattan. L’11 settembre 2001 vengono svegliate da un frastuono tremendo, quello del volo American Airlines 11 che si schianta contro la Torre Nord; la visuale della loro stanza è perfetta e Caroline inizia a riprendere la scena. Le ragazze sono confuse, scendono in strada ma come tanti altri pensano ad un incidente e quindi decidono di tornare in stanza. Sono scosse ma convinte che il peggio sia passato, tant’è che si mettono a bere succo di mela con della vodka. Mentre la telecamera riprende Megan che beve, la ragazza a un certo punto guarda fuori dalla finestra e cambia espressione, iniziando a urlare: un aereo ha appena colpito anche la Torre Sud, che adesso sta crollando. La paura sul volto di Megan, che pochi minuti prima aveva commentato la collisione tra il primo aereo e la Torre Nord con “grazie a Dio non sono stati i terroristi”, è una paura nuova per gli Stati Uniti e l’Occidente.

Fuga dal covid

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Stazione Garibaldi, Milano, 7 marzo 2020

Stazione Garibaldi, Milano, 7 marzo 2020

Poco dopo le 20:00 di sabato 7 marzo 2020 sulla stampa trapela la bozza del decreto che il governo sta per approvare per limitare la diffusione dell’epidemia di Covid-19 in Italia. Si tratta della chiusura dei confini della Lombardia e di altre 14 province del Nord Italia, che implicherà una forte limitazione agli spostamenti sia in entrata sia in uscita da queste zone. La preoccupazione degli italiani riguardo il virus stava aumentando già da giorni, ma è la fuga di notizie a far scattare il panico: per tanti residenti a Milano provenienti da altre regioni l’unica via d’uscita per non rimanere bloccati lontano dai propri cari è l’Intercity 797 che parte da Torino e, via Milano, arriva a Salerno. In centinaia si riversano alla stazione per prendere quel treno, o qualunque altro che li porti fuori dalle province indicate dal decreto  Chi scappa da Milano è gente posseduta da un panico che la contemporaneità occidentale non aveva mai provato, il panico della pandemia.

Assalto al Campidoglio

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Capitol Hill, Washington DC, 6 gennaio 2021

Capitol Hill, Washington DC, 6 gennaio 2021

Il 6 gennaio 2021 il Campidoglio di Washington DC, sede del Congresso e simbolo della democrazia, viene assaltato da alcune migliaia di persone. I manifestanti, dopo aver assistito a un comizio di Trump durante il quale si ribadiva il “furto” subito alle elezioni del novembre precedente, si sono prima radunati di fronte all’edificio per poi forzare le barricate della polizia ed entrare al suo interno, dove i senatori stavano prendendo parte a una sessione congiunta del Congresso per ratificare l’elezione di Joe Biden come nuovo presidente. Una volta dentro, i manifestanti hanno occupato varie parti dell’edificio, tra cui l’ufficio della Presidente della Camera Nancy Pelosi. Le immagini dell’attacco al Campidoglio hanno colpito l’opinione pubblica mondiale, e l’aspetto iconografico di quelle ore rimarrà per sempre impresso nella memoria collettiva statunitense anche grazie ai filmati girati dagli stessi manifestanti e pubblicati sui social network. Come lo screenshot qui sopra, preso dalla diretta streaming su Twitch di un manifestante che si scatta un selfie con un poliziotto all’interno del Campidoglio. Vale la pena notare che il modus operandi del 6 gennaio 2021, ossia l’attacco in massa ai palazzi del potere, sarebbe stato emulato più volte dai movimenti populisti negli anni successivi.

Essere donne in Afghanistan

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Kabul, Afghanistan, 2021

Kabul, Afghanistan, 2021

Le proteste delle donne afghane a Kabul durante gli ultimi mesi del 2021 ci raccontano la paura di essere donne in Afghanistan. Le donne afghane portano le istanze relative alla parità di genere in un contesto particolarmente oppressivo: la guerra che gli Stati Uniti hanno iniziato nel 2001 con l’invasione del paese si è conclusa nell’agosto 2021, quando le truppe statunitensi si sono ritirate dal territorio. Il potere da quel momento è tornato nelle mani dei talebani, che hanno reintrodotto la sharia e cancellato i progressi liberali alle quali le donne avevano assistito nei precedenti decenni.

Il soccorso in mare

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Internet, Italia, 2019

Internet, Italia, 2019

Le migrazioni sono state assolute protagoniste del primo quarto del XXI secolo; al centro di campagne elettorali, usati come arma politica (si pensi ai casi di Erdogan in Turchia e Lukashenko in Bielorussia), i flussi migratori hanno risemantizzato la geografia di alcuni luoghi di confine (Lampedusa tra Italia e Nord Africa, Lesbo tra Grecia e Turchia, il Buco di Darién tra Colombia e Panama, il Rio Grande tra Messico e Stati Uniti) e, soprattutto, hanno causato la morte e la sofferenza di un numero incalcolabile di persone migranti. Rispetto alle migrazioni del secolo scorso – ad esempio l’emigrazione europea negli Stati Uniti o in Sudamerica – quelle del XXI secolo sono molto più pericolose, costellate di stragi e tragedie verso le quali i governi occidentali si sono dimostrati inadeguati o disinteressati. Questa mancanza di interesse ha reso necessaria la creazione di diverse ONG dedite al soccorso umanitario che operano spesso in contrasto con i governi delle nazioni che dovrebbero prestare accoglienza, e che spesso si attirano campagne d’odio da parte dei loro stessi governi. In foto un sondaggio apparso come pubblicità su vari siti italiani nel 2019, ai tempi dello scontro tra l’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini e la ONG Sea-Watch.

L’invasione dell’Ucraina

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Kalanchak, Ucraina, 24 febbraio 2022

Kalanchak, Ucraina, 24 febbraio 2022

La Pax Europaea, ovvero il periodo di relativa pace in Occidente garantito da istituzioni come la UE e la NATO e iniziato nel 1945, è stata data per morta innumerevoli volte. La guerra civile greca, i Troubles in Irlanda del Nord, l’intervento sovietico in Cecoslovacchia, il conflitto russo-ceceno e le crisi in Crimea e Donbass sono solo alcuni dei motivi che negli ultimi anni avrebbero dato il colpo di grazia finale alla pace in Europa. Lo screenshot di uno streaming dalla frontiera di Kalanchak, in Ucraina, alle prime ore del 24 febbraio 2022, in cui si vede un soldato ucraino avvistare la colonna di mezzi russi e scappare ad avvisare i commilitoni, però, è quantomeno la fineiconografica della Pax Europaea. Questo screenshot è indicato come la prima foto dell’invasione russa dell’Ucraina.

Il ritorno della guerra fredda

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Internet, Stati Uniti, 21 novembre 2021

Internet, Stati Uniti, 21 novembre 2021

Il mondo pre-Covid si basava sui valori che il cosiddetto Free World, il “mondo libero”, aveva portato in dote al momento della sua vittoria nella guerra fredda. I paesi che avevano partecipato alla sconfitta del nazi-fascismo e che poi si erano contrapposti al blocco sovietico erano paesi dove la libertà individuale del cittadino era sacra, e la fine dell’URSS nel 1991 aveva significato finalmente l’estensione di quella libertà a una parte di mondo dove essa era preclusa. La pandemia di Covid-19 e le restrizioni che ha comportato in materia di movimento e incontro, oltre agli obblighi vaccinali e sanitari, hanno messo profondamente in crisi questo sistema valoriale. Tantissime persone sono scese in piazza in tutto l’Occidente chiedendo libertà: dai vaccini, dalle mascherine, dal lockdown, dai bar chiusi, dal non poter incontrare i parenti e gli amici, dal non poter andare a lavoro. Per far passare meglio queste richieste di libertà, questi manifestanti hanno fatto riferimento ai valori della guerra fredda: si è parlato dunque di “dittatura sanitaria” e di “comunismo” per riferirsi alle politiche di sanità pubblica. Un esempio è l’immagine qui sopra, pubblicata dalla senatrice repubblicana (e trumpista) Marjorie Taylor Greene, in cui una mano “americana” blocca quella “comunista” con un vaccino in mano.

La crisi ecologica

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Tuvalu, 7 novembre 2021

Tuvalu, 7 novembre 2021

Il primo quarto del XXI secolo è stato caratterizzato dall’aggravarsi della crisi ecologica, sociale e politica conseguenza del riscaldamento globale. L’aumento della frequenza e della portata dei disastri naturali ha portato il discorso sulla crisi climatica ad evolversi e intensificarsi sotto diversi aspetti e livelli: ad esempio quello istituzionale, con il maggior rilievo dato alle varie conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’accordo di Parigi del 2015 e l’European Green Deal; o quello dei movimenti “dal basso”, con la fondazione di movimenti come Fridays for Future, Extinction Rebellion e Just Stop Oil e l’ascesa a personaggi pubblici di attivisti come Greta Thunberg. L’impatto della crisi climatica sulla vita delle persone è stato incalcolabile, con incendi, alluvioni, uragani e siccità che hanno distrutto territori in tutto il mondo, uccidendo centinaia di migliaia di persone ogni anni e forzando molte altre ad emigrare. I tentativi di sensibilizzare sul tema sono stati basati prevalentemente sulle iniziative simboliche eclatanti – un esempio è il videomessaggio per la COP26 di Simon Kofe, ministro degli Esteri di Tuvalu, registrato in acqua per sensibilizzare sull’innalzamento del livello del mare che minaccia l’esistenza stessa delle isole polinesiane.

Il terrorismo islamico

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Parigi, Francia, 7 gennaio 2015

Parigi, Francia, 7 gennaio 2015

Nel 2015, il terrorismo islamico in Francia ha portato nelle vite degli europei una paura diversa da quella che già avevano sperimentato con gli attacchi di al-Qaeda in Occidente: non più  azioni eclatanti come l’11 settembre o l’attentato alla metropolitana di Madrid, bensì tanti attacchi più modesti per obiettivi, che crearono un senso di insicurezza ancora maggiore nella popolazione. Nel gennaio e nel novembre 2015 divenne un obiettivo del terrorismo islamista la redazione di un giornale satirico come Charlie Hebdo (in foto), una persona che faceva jogging, uno spazzino, una poliziotta chiamata per un incidente stradale, una tipografia, un supermercato kosher, un fast food, tre ristoranti, una sala concerti, un bar e una pizzeria. Nel 2016 la strategia dell’ISIS, responsabile per la maggior parte delle azioni, continuerà a Bruxelles in un aeroporto ed in una stazione metro, a Nizza su una folla che stava assistendo ad uno spettacolo pirotecnico e a Berlino in un mercatino di Natale. Nel 2017 toccherà al concerto di Ariana Grande a Manchester e a dei pedoni a Barcellona. Se nell’immaginario collettivo l’Undici Settembre è troppo grande per ripetersi, gli attacchi dell’ISIS sono troppo piccoli per essere fermati.

L’inverno demografico

Le grandi paure del XXI secolo: un riassunto per immagini - Wuhan, Cina, gennaio 2024

Wuhan, Cina, gennaio 2024

Forse parallelamente o forse in un rapporto di causa-effetto con le altre paure, una parte di mondo ha in ultima analisi paura di invecchiare. Se alcune delle paure elencate in precedenza sono limitate agli occidentali e altre agli abitanti dei paesi in via di sviluppo, la paura di invecchiare – come società, non come individui – segue una traiettoria più particolare. Il calo delle nascite che alcuni sociologi sono arrivati a definire inverno demografico è tipico di nazioni occidentali come l’Italia, che da qui al 2080 si stima debba perdere più di 13 milioni di abitanti, e l’Europa in generale, ma anche Russia e Giappone. Il caso più interessante è quello cinese, che ha riscontrato un calo della popolazione complessiva dal Grande balzo in avanti maoista del 1961. Pechino ha di conseguenza modificato le sue politiche di pianificazione familiare come la famosa “politica del figlio unico”. La modifica delle leggi ha comportato anche la modifica delle loro rappresentazioni urbane: una statua di una famiglia con un bambino eretta nel parco Jiangtan a Wuhan durante la politica del figlio unico è stata modificata di recente aggiungendo altri due bambini per promuovere la politica del terzo figlio.

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