Iconografie XXI
09 Aprile 2025
I tradimenti contemporanei raccontati attraverso dieci immagini.
Da Adamo ed Eva a Giuda, da Bruto a Vidkun Quisling, potremmo dire che i tradimenti sono parte integrante della nostra storia. E continueranno a definirci: il tradimento – che si attui nella sfera intima, nei confronti del partner, o in quella pubblica, nei confronti del proprio Paese – rimane tutt’oggi uno degli atti più sconvolgenti che possiamo osservare o a cui possiamo prendere parte nella nostra società. Non abbiamo faticato troppo, quindi, a trovare dieci traditori (e traditi) che stanno contribuendo a plasmare il nostro mondo.
Washington D.C., Stati Uniti, gennaio 2025.
Mentre tante aziende facevano un passo indietro su temi come linguaggio inclusivo e sponsorizzazioni ai Pride, alla cerimonia di giuramento di Trump in prima fila c’erano gli oligarchi della tecnologia Jeff Bezos, Sundar Pichai, Elon Musk e Mark Zuckerberg – colonne portanti di quella élite della Silicon Valley in passato particolarmente vicina al mondo liberal. In tanti hanno parlato di “tradimento” e di cambio di casacca per salire sul carro del vincitore. Forse, sarebbe più appropriato parlare dell’ingenuità di quelli che hanno pensato anche solo per un secondo che questi oligarchi della tecnologia avessero a cuore i diritti civili, anche qualora non avessero generato profitto.
Beirut, Libano, febbraio 2024.
I palestinesi non si sentono traditi solo dalle potenze occidentali che assistono impassibili – quando non contribuiscono – al loro sterminio da parte del governo israeliano: anche gli altri paesi arabi che non li soccorrono, addirittura fanno affari con Israele e impediscono attivamente agli sfollati una via di fuga sono complici del tradimento ai danni dei palestinesi. È il caso dell’Egitto, responsabile della chiusura del varco di Rafah che avrebbe rappresentato una fuga dalle bombe israeliane per migliaia di persone. In foto, una manifestante libanese fuori dall’ambasciata egiziana a Beirut.
Gerusalemme, Territori Palestinesi Occupati, febbraio 2025.
A sentirsi traditi non sono solo i palestinesi, ma anche gli israeliani. La figura di Netanyahu è da qualche tempo al centro di numerose contestazioni, che non si sono affievolite con l’inizio delle operazioni militari seguite al 7 ottobre. In particolare, queste contestazioni riguardano il livello di priorità (basso) che il governa sta dando alla salvaguardia e al recupero degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas; il problema quindi non sono i bombardamenti su Gaza in sé, ma il fatto che quelle bombe potrebbero colpire anche gli ostaggi. Le manifestazioni sono state centinaia, arrivate anche davanti alla casa privata del Primo Ministro israeliano; qui uno degli slogan più ricorrenti è stato proprio “Bibi traditore”. In foto, la stessa espressione fotografata a Gerusalemme.
Bachmut, Ucraina, maggio 2023.
Tra il maggio e il giugno 2023, all’interno delle forze militari russe impegnate in Ucraina è andato in scena uno scontro senza precedenti. Il tutto ha avuto inizio con la decisione dei vertici militari di ridimensionare il supporto logistico fornito alle truppe mercenarie della Wagner, comandate da Yevgeny Prigozhin. È proprio lui ad apparire in un primo video da Bachmut, dove vengono inquadrati decine di corpi appartenenti a mercenari russi; Prigozhin si lamenta della mancanza di munizioni e accusa furiosamente i vertici militari, accusandoli di fatto di aver tradito chi sta combattendo per loro. Questa situazione un mese dopo porterà all’incredibile marcia della Wagner verso Mosca, poi disinnescata diplomaticamente e infine sterilizzata con l’omicidio di Prigozhin. Putin ribalterà la narrazione parlando lui stesso di tradimento del capo della Wagner, secondo lui mosso da ambizioni e interessi personali.
Shanwei, Guangdong, Cina, aprile 2023.
Se andiamo a ripercorrere la storia dei traditori e del disprezzo che suscitano, a poca distanza da Giuda e Bruto si collocano i crumiri – i lavoratori che decidono di non aderire agli scioperi, di fatto tradendo la loro classe. La parola “crumiri” sa di Novecento, e pensavamo di averla mandata in pensione una volta per tutte con la fine della lotta di classe. Così non è stato, e fa una certa impressione leggere il messaggio lasciato tramite le note del cliente dell’app di delivery Meituan, durante uno sciopero dei rider a Shanwei: “Ai crumiri: fanculo le vostre famiglie”. We are so back.
Zhengzhou, Henan, Cina, giugno 2022.
Per quanto ci piacerebbe pensarla diversamente a noi occidentali, il livello di dissenso politico in Cina è davvero basso; un po’ perché il “patto sociale” in un modo o nell’altro rimane in piedi, un po’ per l’efficace sistema repressivo. Così non è facile trovare oppositori politici nel paese, mentre il discorso cambia se si guarda alle comunità emigrate, soprattutto negli Stati Uniti. Ad ogni modo, tra i pochissimi che organizzano manifestazioni e si rendono visibili nello spazio pubblico cinese non sono tanto i maoisti in senso stretto, quanto piuttosto i cittadini che utilizzano la figura di Mao come simbolo per esprimere il loro dissenso in modo non apertamente conflittuale. Richiamare Mao permette infatti di criticare il governo attuale senza metterne apertamente in discussione la legittimità, ma anzi sottolineando un presunto tradimento delle radici ideologiche del Partito Comunista Cinese. Questo meccanismo consente ai manifestanti di segnalare problemi specifici senza essere immediatamente etichettati come oppositori del sistema nel suo complesso. In foto, una protesta con ritratti di Mao da parte di clienti truffati da una banca rurale di Zhengzhou.
Kabul, Afghanistan, agosto 2021.
Quello che doveva essere un ritiro ordinato da uno scenario bellico ormai divenuto insostenibile e illogico, nell’agosto del 2021 si è trasformato in una precipitosa fuga: il contesto è quello del disimpegno statunitense dall’Afghanistan e il conseguente ritorno dei talebani a Kabul. Le scene degli aerei militari statunitensi che decollano con la gente ancora attaccata sotto ci restituiscono l’immagine disperata di un tradimento subito. Molte di quelle persone erano state traduttori, camerieri, assistenti o membri della sicurezza per il personale di Washington a Kabul, e rimanere lì dopo l’arrivo dei talebani per molti di loro ha rappresentato una condanna a morte per collaborazionismo con l’occupante. Dopo averli compromessi, era responsabilità dell’amministrazione statunitense assicurarsi la loro salvaguardia; così non è stato.
Stati Uniti d’America, marzo 2025.
Il repentino avvicinamento di Elon Musk a Trump e il suo ruolo di primo piano nell’amministrazione governativa per tanti clienti Tesla ha rappresentato una spiacevole novità. In tanti hanno deciso di rivendere la propria Tesla, ad esempio il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, mentre altri hanno deciso “mascherare” il proprio modello con il logo di un’altra macchina – come il cybertruck Tesla in foto, riconvertito in una Toyota. Il consumatore è stato tradito: apparire come un sostenitore di Trump non era previsto nei termini di acquisto di una Tesla.
Ankara, Turchia, marzo 2025.
L’arresto di Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul e principale avversario del presidente Erdogan alle prossime presidenziali, ha scatenato una serie di partecipatissime proteste in tutto il paese. Tra le decine di immagini iconiche che ci sono arrivate, una delle più significative è quella di un manifestante che legge Il contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau davanti alle camionette della polizia ad Ankara. Qui il tema del tradimento è evidente: quel patto sociale del quale parla Rousseau è stato tradito da Erdogan; il patto sociale secondo il quale il governo legittimo si basa su un contratto tra i cittadini e il potere fondato sulla volontà generale, oggi in Turchia non esiste più.
New York, Stati Uniti d’America, dicembre 2024.
Cosa succede quando il sistema smette di proteggere e accudire i propri cittadini, ma anzi lucra sulle loro malattie e sceglie di prioritizzare il profitto sul benessere di questi ultimi? E quando un’azienda privata è in grado di scegliere chi vive e chi muore, chi si cura e chi si ammala, sulla base di interessi economici? Qualcuno penserebbe che quel sistema ha tradito i propri cittadini, e che andrebbe fatto qualcosa per ristabilire un senso di giustizia. Anche Luigi Mangione, da tempo tormentato dal mal di schiena, ha letto la realtà in questi termini ed è accusato di aver sparato al CEO della UnitedHealthcare Brian Thompson. Se riconosciuto colpevole rischia la pena di morte.
Iconografie XXI
Iconografie XXI è un collettivo e un progetto multimediale di ricerca e analisi su immagini, politica e società nel contemporaneo.
newsletter
Le vite degli altri
Le vite degli altri è una newsletter che racconta di vite che non sono la nostra: vite straordinarie, bizzarre o comunque interessanti.
La scriviamo noi della redazione di Lucy e arriva nella tua mail la domenica, prima di pranzo o dopo il secondo caffè – dipende dalle tue abitudini.
Contenuti correlati
© Lucy 2025
art direction undesign
web design & development cosmo
sviluppo e sistema di abbonamenti Schiavone & Guga
00:00
00:00