In questo film, presentato a Cannes nel 2022, un uomo perde il senso delle proporzioni a causa di una dipendenza da oppiacei destinata a diventare sempre più forte.
26 Aprile 2024
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La seconda raccolta dello scrittore inglese Will Self, Grey Area (1995), contiene un racconto che colpisce per la bizzarra ma lucida perentorietà dell’incipit.
“Alcune persone perdono il senso della prospettiva, io ho perso il senso delle proporzioni”.
Anche il cortometraggio che Joseph Pierce ha adattato liberamente da Self – presentato alla Semaine de la critique di Cannes nel 2022 – comincia così.
Se l’incipit disorienta, nel film quello che segue sorprende per coerenza: il racconto di una dipendenza da oppiacei, che si fa via via più forte e opprimente, trova nelle animazioni rotoscope un linguaggio adatto e convincente (come dimostra anche il più riuscito esempio del genere, A Scanner Darkly di Richard Linklater, tratto da Philip K. DicK).
Joseph Pierce, al quarto film rotoscope in quindici anni, sembra saperlo. Come ha dichiarato in un’intervista, “Mi pareva che la rappresentazione di un uomo che perde il senso delle proporzioni fosse raggiungibile solo attraverso questo tipo di animazione…”
E infatti, la storia quest’uomo reso schiavo dagli oppiacei è resa con vivida inquietudine. Will è uno scrittore ossessionato dalle autostrade inglesi e sempre più solo, lasciato dalla moglie e incapace di badare davvero alle figlie. A causa delle droghe, la realtà gli si deforma davanti agli occhi. I piani temporali si confondono, il passato ritorna sotto forma di persone amate mostruose e fuori scala, le vene delle braccia diventano strade che si intersecano l’una all’altra, in un delirio che tiene assieme desideri e paure.
Il rotoscope è una tecnica di racconto animato che consiste nel ricalcare, fotogramma per fotogramma, immagini girate dal vivo. L’attore che in Scale interpreta Will, Sam Spruell, si muove tra case minuscole e iguane gigantesche in un teatro di posa. Forse lo spaesamento che mostra è stato in parte reale.
Perdere le proporzioni significa regredire all’infanzia, vedere come insormontabili ostacoli minimi, come spaventose cose ordinarie. È un mondo, quello del protagonista, che d’improvviso si fa inafferrabile, soverchiante in un senso letterale; una realtà che le sostanze contribuiscono a costruire ma anche a rendere sopportabile. Perdere le proporzioni significa anche non avere più contezza del valore delle cose. Will l’ha già perso, lo si capisce dalla dedizione malata che ha per il libro che sta scrivendo, ormai sua unica ragione di vita.
Le immagini non sono sempre fedeli a quello che il protagonista dice, anzi: a volte negano, confondono, replicando la natura bugiarda di chi ha una dipendenza.
Nulla è affidabile in Scale, ma tutto risulta affascinante, anche se in un senso perverso. Si segue la degradazione di quest’uomo con controllato stupore, si aspetta con angoscia la sua fine.
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