The Lovers

Genesis P-Orridge è stata icona della musica industrial, dell’acid house e della psichedelia, prima con i Throbbing Gristle e poi con gli Psychic TV. Figura perturbante, larger than life, influenzata dall’occulto, da Aleister Crowley, da Burroughs, dalle avanguardie artistiche, da Fluxus e da John Cage, dai dada e dai surrealisti, ha fatto della sua vita arte.

A quindici anni, fatale e profetica è l’infatuazione per Max Ernst e per i suoi ibridi uomo-bestia. Il corpo può essere reinventato e riassemblato attraverso l’arte. 

Decenni dopo, se ne ricorderà. Con la compagna Lady Jaye, darà infatti vita a un ambizioso, tenero e struggente progetto di trasformazione e unione cosmetica e corporale: il progetto pandrogino. 

Attraverso la chirurgia, il loro obiettivo era di rendersi pressoché indistinguibili esteticamente, di specchiarsi nell’altra, di superare le rispettive individualità, di essere una cosa sola – e di essere immediatamente riconosciuti come tale. 

Fondamentale a questo scopo è l’annullamento del sé precedente, anche attraverso la rinuncia – o l’uccisione – del proprio nome di battesimo, Neil Andrew Megson nel caso di Genesis, e l’abbandono del proprio genere. 

“Lady Jaye ed io eravamo così totalmente innamorati da volerci inglobare l’un l’altra, diventando un unico grande blob d’amore. Così è cominciato tutto. Abbiamo iniziato a vestirci allo stesso modo, a truccarci allo stesso modo e ad acconciarci i capelli allo stesso modo. Pensammo al cut up di William Burroughs e Brion Gysin, ne La terza mente, al modo in cui concetti e parole venivano riassemblati, creando qualcosa di totalmente nuovo, e arrivammo a credere che forse quello che stavamo facendo era un ulteriore passo avanti in quella direzione. Prendiamo due persone, le tagliamo a pezzi e le rimettiamo assieme, rimescolandole, facendole diventare una terza persona: il Pandrogino”.

Dopo la morte di Lady Jaye, Genesis P-Orridge continuerà l’opera di trasformazione, assumendo il pronome “noi” e aggiungendo al suo nome quello dell’amata (Genesis Breyer P-Orridge).

Cosa c’è di più romantico e spaventoso del desiderio di essere una cosa sola con l’altro? Come fa a non destare assieme ammirazione e inquietudine la dedizione completa a un progetto di dissolvimento dell’io così radicale? Come fa, anche, a non insospettire però? L’amore come malattia, l’altro come specchio di sé, modificare il corpo ma esserne in fondo schiavi.

Il corto di animazione The Lovers di Caterina Sandvik affronta, con crudele e deliziosa ironia, questi temi che, nella mente di chi ama, sono spesso presenti, anche se in forme meno estreme e letterali.

Una ragazza e un ragazzo si amano ma il corpo di uno dei due comincia a mostrare segni di decadimento preoccupanti: si tira, si sfalda, cade a pezzi, mostra buchi nella carne, espone l’osso alla vista. Si evolve o si corrompe? Diventa altro o muore? C’è poi differenza tra le due cose?

Presentato al Locarno Film Festival nel 2023 – dove ha ottenuto una menzione speciale –  il film, realizzato con grande maestria, è romantico e non romantico nello stesso tempo, divertente e raggelante, con un finale che sembra lasciare spazio a un nuovo inizio. Sarebbe forse piaciuto a Genesis Breyer P-Orridge.