Illustrazione di Beatrice Alici
Beatrice Alici
Beatrice Alici lavora come pittrice a Milano. Espone il suo lavoro in varie gallerie e nel 2023 ha partecipato a “Pittura italiana oggi” alla Triennale.
In copertina: Beatrice Alici, dettaglio de "Il primo seme", 2023, olio su lino, 160x220 cm, courtesy of Ettore Rossetta collection".
Dicembre 2024
Devozione
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Devozione
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È lo scrittore che non smettiamo di ammirare e leggere;
È lo scienziato che continuiamo a incensare anche al di là delle sue scoperte;
Sono gli idoli che in Giappone hanno creato una nuova forma di fanatismo pop;
È la Roma che si prepara caoticamente al nuovo Giubileo;
Sono le nuove forme di religiosità in un modo secolarizzato;
È la delusione che si può vivere nell’incontrare i nostri miti;
È l’ossessione per i cantanti che amiamo da piccoli, anche quando pubblicano album che non ci piacciono più;
È l’attrazione invincibile che proviamo per le persone arroganti.
La parola devozione deriva dal latino “devovere”, ossia fare un voto. L’idea che siamo soliti associare alla devozione, però, non sta tanto nel gesto quanto nella continuità con cui lo si compie.
Nel corso della storia, in base al culto, sono mutati i modi in cui si era soliti dimostrare devozione: statue, ceri, cupole, sacrifici animali o umani. Eppure, sin dalla sua origine, dalla parola non si è staccato un senso: quello di atto perpetuo, ciclico e costante.
Lucrezio Caro, poeta-filosofo latino, non credeva agli dèi, riteneva anzi che fossero la proiezione delle paure degli uomini. Ciò nonostante ambiva alla devozione che per lui coincideva con un stato di serenità.
È devozione quella con cui ogni giorno si estirpa la malerba da un giardino; è devozione l’ordine che vige nel tempio; devozione la fiducia che affidiamo, costanti, al nostro idolo artistico.
Devozione è il nuovo numero di Lucy, quello in cui proviamo a capire cosa ci dà pace amare, cosa ammiriamo con immancabile costanza e, quindi, cosa è sacro per noi.