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Un uomo sta tutto il giorno a pensare se riuscirà o meno a soddisfare la sua donna e controlla i prezzi del viagra online. Un altro ha paura di essere gay e si mette alla prova con la pornografia di settore, terrorizzato da una probabile erezione. Un altro ancora, temendo di non essere all’altezza dei suoi colleghi, compra ogni fine settimana una camicia sempre più costosa. C’è poi quello che, nel bagno turco della palestra, si mette a singhiozzare tra i vapori quando tutti escono dalla stanza. Questi ritratti maschili appena abbozzati solo dieci anni fa sarebbero apparsi osceni.
Oggi invece, nel pieno della crisi della società patriarcale e della mascolinità, non sono più tabù ma finalmente oggetto di discussione. E forse è proprio tra le sfaccettature di questa crisi che si nascondono le basi di una società più sana e aperta, finalmente più reattiva ai cambiamenti sociali portati dalle ondate contemporanee del femminismo.
In The Manila Lover, presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2019, Johanna Pyykkö scontorna un uomo completamente avviluppato – e per questo forse teneramente innocente – nei pregiudizi che riguardano le donne e in particolare le donne filippine. Così la sua partenza verso Manila, in cerca di un amore semplice, diventa subito in salita e si trasforma in un grottesco e attualissimo purgatorio. L’amore, d’altronde, è ormai un’altra cosa.