Europa anno zero - Lucy
articolo

Redazione

Europa anno zero

Con il nuovo mese inauguriamo anche un nuovo tema: ve lo presentiamo qui.

L’Europa è un’idea sfuggente, soprattutto per chi la abita. 

E quindi, rispondere in modo univoco alla domanda “che cos’è l’Europa?” è, per forza di cose, un esercizio di interpretazione che include qualcosa ed esclude qualcos’altro, spesso per portare avanti una tesi ideologica e che sia legata alle contingenze del tempo in cui si vive. 

È noto che la Germania nazista si spese molto per riscrivere la storia come storia delle razze in modo tale che la Germania risultasse titolata a guidare l’Europa. L’operazione di revisione storico-culturale, per la quale furono arruolati filologi, antropologi, filosofi, registi, consisteva nell’accreditare la a Germania nazista come naturale erede della Grecia Antica e dei suoi valori, presentati come fondativi della civiltà europea. L’esercizio di riscrittura ha evidenti finalità politiche: cancellare dalla storia dell’Europa  il giudaismo, i semiti, gli zingari, i bolscevichi. Non a caso, Atene fu preferita all’impero Romano, che incoraggiava un meticciato culturale ovviamente inviso ai nazisti. 

Per questo, quando il grande filologo ebreo-tedesco Erich Auerbach scrive a Istanbul (dove era riparato per sfuggire alle persecuzioni naziste) Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, ha piena contezza dell’operazione di revisione storica portata avanti dal nazismo; il suo testo è infatti una chiara risposta ad essa. Per Auerbach la cultura europea è debitrice soprattutto della cultura giudaica, più che di quella greca. La Bibbia, a differenza dei poemi omerici, ha coscienza della Storia, ne affronta le complessità. 

E dunque: l’Europa è greca? Giudaico-cristiana? Ma l’Europa è anche illuminista e voltairiana, è mediterranea, è araba – per i rapporti che quella parte di mondo ha sempre intrattenuto con la nostra.

L’Europa è tutte queste cose assieme. È il Rinascimento, l’arte bizantina, il gotico, barocco, il diritto, la musica dodecafonica, la psicanalisi, il socialismo, i femminismi, i rapporti con l’impero Ottomano. Ma sostenere, come alcuni di recente hanno fatto, il primato della cultura europea sulle altre è un’idea stupida e indifendibile perché, come tra gli altri ha ricordato Frantz Fanon, è attraverso la sua supposta superiorità come civiltà che l’Europa ha giustificato i suoi crimini peggiori. L’Europa ha praticato la schiavitù e il colonialismo; qui sono nati i fascismi. L’Europa ha permesso Auschwitz, Srebrenica e oggi non fa abbastanza per fermare il genocidio del popolo palestinse a Gaza e per impedire a Putin di perseguire il suo disegno di annessione delll’Ucraina. L’Europa di oggi è, politicamente, una strana cosa: una confederazione di stati-nazione omogenei da un punto di vista etnico-linguistico, dove gli interessi particolari dei singoli stati membri tendono a prevalere sul bene comune, su un’unione delle nazioni che pare di impossibile realizzazione. L’Europa è fragile, debole, anche economicamente (l’Italia è in stagnazione economica da più di 10 anni, i salari non crescono e il costo della vita aumenta), è in una crisi demografica che dura da decenni, è incalzata dall’estrema destra e dai fascismi che crescono quasi dappertutto elettoralmente, deve fronteggiare rapidamente la crisi climatica e ambientale; l’Europa di oggi chiude i confini invece di costruire ponti, pensa al riarmo dei singoli paesi invece di immaginare un esercito comune e sembra ancora vittima degli interessi particolari proprio quando dovrebbe agire con unione di intenti. 

Oggi l’Europa è spaesata, incerta, in crisi, come tante volte in passato. Ma forse è solo nella crisi – intesa come capacità di mettersi in discussione, di interrogarsi sul proprio ruolo all’interno di un mondo che cambia – che l’Europa può ricostruirsi. Ritornare alla filosofia, alla razionalità, alla compassione. Includere, aprirsi. Perché oggi, gli unici che sembrano vedere davvero le potenzialità dell’Europa sono quelli che vorrebbero farne parte e a cui è negata – o resa difficile – questa possibilità. 

Con l’aiuto di scrittori, scrittrici, storici, storiche e contributi di varia natura proveremo questo mese a fare luce sull’Europa, su cosa significa essere europei e su cosa l’Europa dovrebbe fare per non soccombere; è un tema, questo, che ci riguarda tutti. 

Redazione

Redazione

newsletter

Le vite degli altri

Le vite degli altri è una newsletter che racconta di vite che non sono la nostra: vite straordinarie, bizzarre o comunque interessanti.

La scriviamo noi della redazione di Lucy e arriva nella tua mail la domenica, prima di pranzo o dopo il secondo caffè – dipende dalle tue abitudini.

Iscriviti

© Lucy 2025

art direction undesign

web design & development cosmo

sviluppo e sistema di abbonamenti Schiavone & Guga

lucy audio player

00:00

00:00