La novità del documentario sulla vita di Anna Nicole Smith, da poco su Netflix, è che la sua protagonista sfugge al ruolo di vittima, che in America è dove vengono relegate le donne ambiziose e sensuali una volta defunte – fino al loro ultimo respiro sono crazy, fat, golddigger. Mi sono chiesta se questa peculiarità sia da imputare alla regista, Ursula Macfarlane, o ad Anna Nicole, la cui vita è stata talmente turbolenta e la sua avidità così implacabile da rendere difficile l’apologia collettiva post-mortem.
Dopo aver letto un breve pezzo sul NYT che critica il documentario perché Anna Nicole Smith “si meriterebbe di più per tutto quello che le hanno fatto”, ho deciso che è stata brava la regista, che ha calcato il giusto su ciò che Smith ha subito, ma soprattutto su ciò che quest’ultima ha fatto passare a chi la circondava. Il pregio del film è mostrare la coesistenza dell’ambizione pura con una certa dolcezza: la relazione tra Anna Nicole e il miliardario ottuagenario J.H.Marshall, con il quale convolerà a nozze poco prima della morte di lui, pare l’incontro di due passeggeri su pensiline opposte che si sfiorano e si colgono nei reciproci bisogni proteggendosi per il tempo che gli è concesso prima dell’arrivo dei rispettivi treni.
Commovente anche la relazione tra Smith e Missy: conosciutesi spogliarelliste a Houston e divenute amanti, Smith è l’unica custode dell’intimità dell’amica, violentata dal patrigno e terrorizzata dagli uomini, alla quale Smith spezzerà il cuore, fino a impossessarsi dei suoi traumi per costruirsi un racconto autobiografico più appetibile per i giornalisti. E poi gli antidolorifici, le droghe e infine la morte del figlio, avuto appena ventenne, unico legame con il suo passato più profondo, e forse per questo destinato a scomparire durante la sua inutile scalata al successo.
Non credo Smith meritasse di più, non credo che Smith meritasse di meno. Il timore è che nessuno meriti nulla, e questo Smith pareva sospettarlo da quando era ancora una ragazzina sconosciuta a Mexia, Texas.
Irene Graziosi
Irene Graziosi è autrice, scrittrice e vicedirettrice di Lucy. Il suo ultimo romanzo è Il profilo dell’altra (Edizioni E/O, 2022).
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