Nicola Lagioia
07 Maggio 2024
A partire dall'11 maggio, Lucy lancerà un abbonamento. Ci saranno più articoli, un podcast quotidiano, una nuova newsletter e tante altre cose. Molti contenuti rimarranno gratuiti e disponibili a tutti. Vi spieghiamo per quali ragioni, secondo noi, vale la pena abbonarsi.
Una scintilla per rischiarare le cose intorno a noi. Questo vuole essere Lucy.
Diceva Josif Brodskij che di tutte le parti del corpo bisogna controllare soprattutto il dito indice, perché è assetato di biasimo. In un’epoca in cui la brama di giudizio minaccia i tentativi di comprensione, noi abbiamo sognato al contrario. Volevamo una rivista indipendente, piena di idee e movimento, che si sforzasse di capire cosa succede nel mondo interpellando all’occorrenza su certi temi chi ne sa più di noi, mettendo insieme discipline e inclinazioni diverse.
Naturalmente, doveva essere anche una rivista capace di intervenire, di prendere posizione, di osservare la realtà in modo da poterne venire sorpresi. Questo, ci auguravamo, avrebbe consentito a Lucy di far vedere nei momenti migliori ciò che di solito sfugge all’attenzione. E di creare intorno a sé una comunità, magari destinata a crescere.
Per quanto mi riguarda, avevo a lungo condiviso esperienze importanti con i miei coetanei, e avevo cercato di imparare da chi è in giro da più tempo di me. Il lavoro culturale ha senso se c’è un continuo passaggio di testimone. Era dunque importante che Lucy fosse fatta anche da persone più giovani, a cui venissero affidati ruoli di responsabilità. Nel nostro gruppo di lavoro ci sono cinque o sei generazioni, a seconda di come vogliamo contarle. Si tratta di persone che non la pensano sempre allo stesso modo su tutto. Ciascuno si arricchisce delle competenze e dei punti di vista dell’altro. Non mancano momenti di discussione anche accesa su temi importanti, questa cosa a me piace molto perché credo che l’indipendenza vada riempita con un po’ di tensione per generare idee, rinnovare le energie, tirare fuori il meglio da ciascuno.
Quando abbiamo cominciato a immaginarla, Lucy doveva essere solo una rivista culturale con pezzi scritti. Via via che siamo andati avanti con l’ideazione del progetto, ci abbiamo preso gusto. Abbiamo pensato che Lucy avrebbe dovuto anche produrre video, concertini, podcast, video lezioni, meme, cortometraggi. Abbiamo avuto bisogno di una divisione multimedia, di montatori, cameraman, sound designer, professionalità e strumenti di lavoro che chi è cresciuto in casa editrice (diversi di noi) era abituato a maneggiare meno dei vocabolari.
Poco prima di iniziare, ci siamo infine detti che Lucy avrebbe dovuto essere presente sul territorio con incontri, eventi, seminari, lezioni, per ritrovarci dove possibile tutte e tutti fisicamente, in giro per l’Italia. Nella sezione “chi siamo” del sito, pochi giorni prima di andare online, a inizio 2023, abbiamo di conseguenza inserito anche l’importanza del “dare senso al concetto di prossimità”. Ci siamo poi guardati in faccia preoccupati, chiedendoci: ma (che) davvero riusciremo a fare tutte queste cose?
“Il lavoro culturale ha senso se c’è un continuo passaggio di testimone. Era dunque importante che Lucy fosse fatta anche da persone più giovani, a cui venissero affidati ruoli di responsabilità”.
In modo sorprendente, almeno per noi, nel primo anno di vita di Lucy diverse di queste cose siamo riusciti a farle. Non è stato sempre facile. Abbiamo dovuto gestire momenti ad “alta intensità” (chiamiamola così), di ridefinizione del nostro lavoro e delle nostre giornate via via che il progetto si assestava.
In un tempo relativamente breve a Lucy è successo ciò che speravamo accadesse, forse qualcosa in più. Il numero di lettrici e di lettori della rivista è cresciuto. Diverse istituzioni culturali ci hanno chiesto di collaborare con loro o ci hanno affidato progetti importanti.
A questo punto dovevamo capire cosa fare dei primi risultati del nostro lavoro. Abbiamo deciso di rilanciare.
Su Lucy ci saranno così nuovi contenuti. Più articoli, approfondimenti, un podcast quotidiano, un maggior numero di eventi dal vivo, nuovi incontri, corsi in giro per l’Italia. Piccola nota personale: ci sarà anche una mia newsletter in cui (libero dai consueti doveri di prestazione) scriverò a chi vorrà riceverla in maniera molto libera.
Per sostenere questi cambiamenti, stiamo lanciando un abbonamento, che partirà dall’11 maggio.
Molti contenuti di Lucy saranno consultabili come avete sempre fatto. Altri diventeranno accessibili solo per gli abbonati. Se vi abbonerete potrete accedere a tutti i contenuti ma soprattutto ci aiuterete a portare avanti questo progetto al meglio, a rendere Lucy più forte, a darle spazio e vita.
Nicola Lagioia
Nicola Lagioia è scrittore, sceneggiatore, conduttore radiofonico e direttore editoriale di Lucy. Il suo ultimo libro è La città dei vivi (Einaudi, 2020).
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