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Dinastie, eredi, compagni al fronte: la famiglia del nostro tempo

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Famiglia

Famiglie in guerra, in fuga dalla guerra o armate per la guerra.

La famiglia sono le radici, il passato, ma anche ciò che ci sopravviverà e ci proietta nel futuro. Spesso sono i soldi che abbiamo, o i problemi che ci complicano la vita. Per qualcuno è tra le cose più importanti, al pari della Patria e di Dio, altri invece vorrebbero abolirla.

La famiglia, oggi, abita lo spazio politico in ogni dove: la troviamo a Glandale, Arizona, così come a Pyongyang. E poi a Mosca come a Kiev, nell’Iran rurale come in una base militare del Belgio. Il mondo cambia, e la famiglia con lui; per Lucy abbiamo scelto i 10 momenti degli ultimi anni dove questo cambiamento, però, sembra far girare la testa.

Glandale, Arizona, Stati Uniti d’America, settembre 2025.

01

Il 10 settembre 2025 Charlie Kirk, attivista di estrema destra e fondatore di Turning Point USA, organizzazione che si occupa di propagandare nelle scuole e università un pensiero conservatore, viene ucciso da un colpo di fucile mentre si trovava nel campus della Utah Valley University a Orem, per la prima data del suo America Comeback Tour. L’omicidio ha avuto un forte impatto sulla società statunitense, sia per via della popolarità di Kirk che per le drammatiche immagini dell’uccisione, diventate presto virali. 

Oltre a ciò, all’interno del mondo dell’estrema destra si apriva una questione fondamentale: chi sarebbe stato il successore di Kirk? L’ancora più estremista Nick Fuentes? O qualcuno, invece , di  più vicino a Turning Point, come Alex Clark? In realtà, il funerale di Kirk è stato illuminante in questo senso: sul palco è salita, in mezzo a due ali di giochi pirotecnici, la moglie Erika Lane Kirk. Nonostante le diverse accuse di non essere troppo turbata dall’uccisione del marito, la successione come volto di Turning Point USA sembra rimanere un affare di famiglia.

Stati Uniti d’America, gennaio 2024.

02

Per via del ruolo ricoperto dal padre Barron Trump, il figlio minore del Presidente degli Stati Uniti, è stato un personaggio esposto all’attenzione dell’opinione pubblica sin da quando era bambino. In particolare, Barron è stato spesso e volentieri “memificato”: tra le sue foto più conosciute c’è quella che lo vede indossare – quando aveva 11 anni – una maglietta con la scritta “The Expert”. Ad ogni modo, con l’ulteriore radicalizzazione dell’ambiente politico intorno al padre anche i meme intorno a Barron si sono trasformati: oggi la sua figura viene raffrontata dagli estremisti a  quella di un Cesare Augusto, un “distruttore della Repubblica” destinato ad un ruolo di Imperatore. Se il riferimento di molti è ai tratti facciali di Barron, che ricorderebbero quelli di un busto di Cesare, in realtà il fenomeno si inserisce nel più ampio “cesarismo MAGA”: che sia Barron o il padre la destra statunitense guarda ancora al passato per plasmare il presente.

Pyongyang, Corea del Nord, febbraio 2023.

03

Nella Corea del Nord contemporanea, la famiglia gioca un ruolo centrale: nonostante infatti il Paese si presenti come una Repubblica socialista, nei fatti a Pyongyang troviamo una monarchia, con non pochi aspetti teocratici, guidata dalla dinastia dei Kim – al centro del culto troviamo, ovviamente, sempre i Kim. Dal 1948, momento della fondazione, a oggi, al potere ci sono solo loro: il “fondatore della Patria” Kim Il-sung ha lasciato il posto al figlio Kim Jong-il, che a sua volta lo ha lasciato al figlio e attuale leader Kim Jong-un. Con Kim Jong-un la successione si farà più interessante, dato che – nonostante si immagini abbia diversi figli – al momento l’unica figlia apparsa in eventi pubblici è Kim Ju-ae, avuta nel 2013 insieme alla moglie Ri Sol-ju. In foto, i tre al banchetto per il 75esimo anniversario della fondazione dell’esercito della Corea del Nord. Se fate attenzione, potete notare che la collana di Ri Sol-ju è a forma di missile balistico intercontinentale.

Kiev, Ucraina, dicembre 2023.

04

Al momento dell’invasione russa dell’Ucraina Oleksandr Matsiievsky, elettricista moldavo da tempo residente a Kiev, decise di arruolarsi nelle forze di difesa territoriale ucraine per combattere le forze di occupazione. Questo lo portò a prestare servizio nella 119° Brigata di Difesa Territoriale della regione di Chernihiv, almeno fino al dicembre 2022. Verso la fine dell’anno, infatti, Matsiievsky venne catturato dalle forze russe e fu sommariamente giustiziato poco dopo. Il video della sua esecuzione divenne presto popolare: in questo si vedeva l’uomo in piedi, disarmato, mentre fuma una sigaretta e urla “Slava Ukraini!” (Gloria all’Ucraina!) prima di essere fucilato. Il governo Kiev lo ha reso una figura fondamentale nella sua propaganda: l’immagine più impressionante risale a un anno dopo i fatti, quando nella capitale venne inaugurata una sua statua iperrealistica che raffigura il soldato negli ultimi istanti di vita. Ad inaugurare la cerimonia c’era anche la madre, ovviamente molto provata.

Mosca, Russia, luglio 2023.

05

È noto come la guerra non abbia un impatto solo sulla vita di chi la combatte: in trincea si muore, ma anche chi rimane a casa, lontano dalle bombe, spesso paga un prezzo drammatico. La paura, l’ansia, la povertà, l’insicurezza e la responsabilità per ciò che il proprio figlio o marito sta facendo al fronte. È in questa maniera che vanno interpretati alcuni volantini lasciati da ignoti, a Mosca, sulle porte di alcuni familiari di soldati impegnati in Ucraina. Nel testo si faceva riferimento a nomi e battaglioni precisi, accompagnati da frasi come “sei la madre di un assassino”, o “sappiamo tutto”.

Kiev, Ucraina, luglio 2024.

06

Come dicevamo, a soffrire in guerra è anche chi resta a casa. E soprattutto quando la ferma militare sembra non dover finire mai, è facile non riuscire a vedere una luce in fondo al tunnel. È ciò che hanno dovuto attraversare tantissime donne ucraine, moglie o compagni di soldati al fronte, che non hanno avuto la possibilità di vedere i loro compagni per anni interi. Per alcune di loro questa situazione ha raggiunto un livello insostenibile, spingendole a scendere in piazza per reclamare il ritorno dei soldati. In una manifestazione contro la ferma militare a Kiev, alcune di loro sono andate decisamente dritte al punto: “Signor Presidente, mio marito non torna a casa da tre anni. Scopami o smobilita”.

Londra, Regno Unito, maggio 2023.

07

Quella dei Windsor probabilmente è, al giorno d’oggi, la famiglia più importante e chiacchierata al mondo. La House of Windsor è infatti non solo una delle poche monarchie al mondo rimaste, ma è anche quella più rilevante, perlomeno dal punto di vista culturale: in particolar modo grazie alla popolarità della Regina Elisabetta II, il casato è riuscito a superare sempre gli scandali che lo hanno coinvolto, in una perenne e fantasiosa “operazione simpatia” contro l’anacronismo rappresentato dall’istituzione stessa.

La morte di Elisabetta nel 2023 è stata un duro colpo per questa immagine, e la successione al figlio Carlo III sembra aver reso tutto più difficile. Se nel 1983 l’86% dei britannici riteneva continuare ad avere una monarchia “fondamentale”, oggi questa percentuale è arrivata al 51%. Gli Windsor avranno qualcosa di cui parlare alla prossima riunione di famiglia.

Saqqez, Repubblica Islamica dell’Iran, aprile 2023.

08

Tra il 2022 e il 2023, l’Iran ha conosciuto una stagione di agitazione sociale con pochi precedenti nella storia della Repubblica Islamica. Le proteste sono inizialmente nate per denunciare la morte di Mahsa Amini, una ragazza curda deceduta mentre era in custodia della polizia religiosa per la presunta mancata osservanza della legge sul velo. Ben presto, però, la rabbia delle persone scese in piazza si è rivolta contro le istituzioni stesse, la loro corruzione e la loro violenza. Oltre ad Amini, un altro simbolo di questa violenza è stato Mohammad Mehdi Karami, giustiziato proprio per aver preso parte alle proteste. Per questo motivo, una delle immagini più emblematiche di quel periodo mostra il padre di Amini e quello di Karami che si stringono la mano, uniti davanti alla tomba della ragazza.

Louisville, Kentucky, Stati Uniti d’America, dicembre 2021.

09

Thomas Massie è un politico statunitense, dal 2012 membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Kentucky tra le fila del Partito Repubblicano. Massie è conosciuto a livello nazionale per le sue posizioni ultra conservatrici in materia di immigrazione, aborto e libertà di possedere armi, che gli sono valse da più parti l’accusa di essere un estremista di destra. Massie non sembra però troppo spaventato o offeso da questi attacchi – del resto nel suo sito si definisce “Kentucky’s Most Conservative Congressman on the Job” –, ed è proprio sul Secondo Emendamento e la non regolarizzazione delle armi da fuoco che si basa molta della sua retorica. Un esempio lampante è la surreale foto di famiglia scattata per il Natale 2021, dove Massie e i parenti posano imbracciando fucili e pistole di fronte a un albero addobbato. La didascalia? “Babbo Natale, per favore portaci le munizioni”.

Aeroporto militare di Melsbroek, Belgio, agosto 2021.

10

Il ritiro frettoloso e disorganizzato dei soldati statunitensi dall’Afghanistan ha rappresentato un’impressionante emergenza umanitaria; l’aeroporto di Kabul è stato preso d’assalto da migliaia di famiglie che negli anni precedenti avevano collaborato con l’esercito di Washington, oppure si erano semplicemente abituate a una vita incompatibile con quella dei talebani. Le vittime di questo disperato tentativo di salvarsi sono state diverse, morte in attentati o precipitate dagli aerei militari in decollo. Molte di queste vittime erano famiglie, e neanche la più drammatica delle situazioni ha risparmiato loro l’onta di diventare oggetto della più spietata propaganda xenofobica. Una famiglia di rifugiati afghani composta da madre, padre e due bambine, ritratta al momento dello sbarco in Belgio, è stata modificata dal sito «RussiaToday» e trasformata in una cellula terroristica.

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