Giovanni de Mojana e Benedetta Gavazzi
12 Agosto 2025
"Khatoon", progetto realizzato dal fotografo Giovanni de Mojana e dall’assistente sociale Benedetta Gavazzi, esplora le condizioni delle donne in Pakistan, uno dei Paesi più instabili al mondo e al penultimo posto nel Global Gender Gap Index. Storie di chi, ogni giorno, lotta per i propri diritti e per quelli delle generazioni che verranno.
In Pakistan un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà, tra forti sperequazioni sociali e una diffusa carenza di servizi di base, soprattutto sanitari. I problemi al confine con l’Afghanistan, dove non sono rari gli attentati, e i rapporti accesamente conflittuali con l’India – culminati nella recente guerra lampo di maggio – acuiscono i già gravi disagi strutturali del Paese: la diffusa corruzione, l’incerta e complessa situazione di politica interna, la continua violazione dei diritti umani, della libertà di stampa e di espressione, l’altissimo numero di esecuzioni capitali e il fondamentalismo islamico.
Non sorprendentemente, in Pakistan anche le disuguaglianze di genere sono profonde e radicate: nel Global Gender Gap Report del 2025, il Paese si posiziona al 142esimo posto su 146. In una società spietatamente patriarcale come quella pakistana, che vorrebbe le donne relegate alla cura della casa e della prole, è ad esse reso difficile l’accesso all’educazione, alla vita pubblica, a equi trattamenti sanitari; così come difficile è per loro perseguire le proprie ambizioni professionali.
Ma, seppure lentamente, qualcosa sta cambiando: rispetto a qualche decennio fa, la società pakistana è più dinamica. Ci sono donne, oggi, che cercano con grande determinazione di invertire rapporti di forza che parevano immutabili, che ricoprono posizioni che un tempo sarebbero state loro precluse, che sfidano pregiudizi ed arretratezza alla ricerca di nuove opportunità e di una maggiore parità tra i generi. Nel 2018 si è potuta celebrare per la prima volta la Festa della donna.
Alcune di queste donne sono le protagoniste di Khatoon – che in lingua urdu significa “donna” –, progetto del fotografo Giovanni de Mojana e dell’assistente sociale Benedetta Gavazzi, che hanno ritratto e raccolto le storie di pugili, calciatrici, motocicliste, attiviste, CEO di ONG in un viaggio lungo il Paese: dalle grandi città come Karachi o Islamabad fino alle remote e aspre montagne di Karakoram, passando per le campagne del Punjab. Il progetto, cominciato nel 2024, è già stato esposto, tra le altre, a Parigi, Londra, Milano.
Una bambina vende fiori a Clifton Sea View, la spiaggia più famosa di Karachi. Clifton Sea View è uno dei pochi luoghi in città dove le persone di ogni estrazione sociale possono stare assieme, fare il bagno e passeggiare. Karachi, Pakistan, 16 aprile 2024.
Noorima Rehan, diciannovenne della valle dello Hunza, è diventata famosa a diciassette anni grazie a un video in cui canta l’adhān – la chiamata islamica alla preghiera. Il video, presto diventato virale, l’ha resa un fenomeno nazionale. Nella regione di Hunza le discriminazioni di genere sono più rare che in altre zone nel Paese, anche grazie alla mentalità tendenzialmente più aperta dei suoi abitanti. Attraverso i social media, Noorima pratica il canto e le sue passioni per un vasto pubblico. Gilgilt Baltistan, Pakistan, 7 maggio 2024.
Aradya Khan, attivista transgender di 25 anni, è una delle promotrici della “Sindh Moorat March”, manifestazione per l’uguaglianza di genere giunta alla terza edizione nel 2024. Membro della GIA (Gender Interactive Alliance), studia giornalismo – ma molti suoi compagni di corso non la accettano in quanto transgender – e da anni è coinvolta nelle battaglie per i diritti transgender, nonostante le resistenze familiari. La sua famiglia allargata le ha chiesto di lasciare casa qualche anno fa da allora non hanno rapporti. Vive con sua madre, ma non escono mai insieme per evitare sguardi e giudizi. Karachi, Pakistan, 19 aprile 2024.
Nafisa Shahzad, 10 anni, scrive alla lavagna nella scuola elementare TCF. La scuola TCF è nata su iniziativa di una ONG impegnata nel campo dell’istruzione femminile. Nafisa, che sogna di diventare medico, ha un padre gravemente malato e nel tempo libero aiuta la madre a casa. Le spese della sua istruzione sono interamente a carico della scuola. Nathoki, Lajore, Pakistan, 25 aprile 2024.
Calciatrici dell’Hunza Football Club preparano le porte prima di una sessione di allenamento. Passu, Gilgilt Baltistan, Pakistan, 5 maggio 2024.
Ritratto di Kousar mentre indossa il burqa. Kousar e la sua famiglia si sono recati alla tomba di Hazrat Zakarya a Multan perchè, dopo una visita in ospedale per i suoi problemi allo stomaco, il dottore ha suggerito alla famiglia di accompagnarla al mausoleo per pregare Allah affinché guarisse. Con gli esami del sangue alla mano hanno recitato una preghiera davanti alla tomba. Multan, Pakistan, 24 aprile 2024.
Summaya, 28 anni, ex soldatessa e allenatrice di boxe. Ha iniziato a boxare all’età di 18 anni perché si sentiva “troppo debole e innocente”. Anche le sue quattro sorelle minori praticano la boxe, nonostante il parere contrario del fratello. Karachi, Pakistan, 18 aprile 2024.
Somayeh Bardai in macchina, diretta al Commons Festival di Karachi per festeggiare la fine del Ramadan. Somayeh è CEO della ONG RLCC, che offre alle donne delle campagne la possibilità di frequentare corsi professionali, promuovendo l’indipendenza economica. Pakistan, 9 aprile 2024.
Al confine tra Pakistan e India un ragazzino spegne un incendio controllato. Lahore, Pakistan, 25 aprile 2024.
Zenith Irfan, la prima donna pakistana ad attraversare da sola il Paese in moto, al festival di Moto-Matsuri. In quanto unica donna partecipante, è accompagnata da una guardia del corpo, necessaria a garantire la sua incolumità. Perseguendo il sogno di suo padre, che voleva viaggiare per il mondo, Zenith ha percorso già di 20.000 chilometri e la sua storia ha ispirato il film “Motorcycle Girl”. Lahore, Pakistan, 28 aprile 2024.
Ragazze boxano a Lyari, una delle zone più pericolose di Karachi, oggi centro di inclusione e multiculturalismo. Karachi, Pakistan, 18 aprile 2024.
Kena Tarek, 40 anni, si accende una sigaretta dopo le prove di ballo di un matrimonio. Karachi, Pakistan, 11 aprile 2024.
Una ragazza di Lyari gioca a calcio. Karachi, Pakistan, 17 aprile 2024.
Pubblico assiste alla finale della Coppa di Pallavolo di Nagar. Nagar, Gilgilt Baltistan, Pakistan, 5 maggio 2024.
Alaisha Said, 14 anni, si allena all’aria aperta a Lyari. Il centro di allenamento è stato fondato da Barkat, atleta di fama nazionale che, dopo aver molto faticato per raggiungere i suoi obiettivi sportivi, ha deciso di offrire possibilità migliori alle atlete della regione. Alaisha pratica la ginnastica sin dall’infanzia. Lyari, Karachi, Pakistan, 18 aprile 2024.
Le amiche della futura sposa, Sharmeen, ballano durante i preparativi per il matrimonio su un tetto affittato per l’occasione. La cerimonia che precede il matrimonio, a cui lo sposo non può partecipare e che viene celebrata con le amiche e i genitori della sposa, si chiama “Dholki”. Il nome deriva dallo strumento a percussione Dholki, ed è una parte importante delle celebrazioni nuziali nel Punjab e nella Divisione Hazara di Khyber Pakhtoon Khwa. Tradizionalmente, molti giorni o persino settimane prima del matrimonio, le donne si riuniscono a casa della sposa di notte per cantare e ballare, accompagnate da altri strumenti a percussione. Karachi, Pakistan, 11 aprile 2024.
Una ragazza della squadra di Passu gioca da sola. Gilgilt Baltistan, Pakistan, 5 maggio 2024.
Due donne delle zone rurali del Sindh, emigrate a Karachi con le loro famiglie in cerca di una vita migliore, lavorano alla cucitura di un nuovo prodotto nella sede centrale dell’RLCC. Sullo sfondo, un ritratto dipinto di Rana Liaquat, fondatrice di RLCC nel 1954. RLCC è un’organizzazione non governativa che offre formazione artigianale alle donne delle aree rurali, promuovendo l’indipendenza economica e pratiche eco-sostenibili. Karachi, Pakistan, 15 aprile 2024.
Giovanni de Mojana
Giovanni de Mojana è fotografo e documentarista freelance. Ha conseguito una laurea in “Comunicazione Interculturale” e ha studiato regia cinematografica a Berlino. Dopo aver lavorato come assistente di Francesco Anselmi, ha iniziato a concentrarsi sul proprio lavoro, che esplora le interazioni tra gli individui e l’ambiente che li circonda.
Benedetta Gavazzi
Benedetta Gavazzi è assistente sociale. Ha conseguito un master in “Cooperazione Internazionale” e recentemente ha iniziato a lavorare per sostenere le donne che vivono nei centri antiviolenza. Nel 2023 è stata project manager di una missione in Uganda volta a sostenere l’autodeterminazione delle donne nelle zone rurali.
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