Bianca Giacobone
08 Ottobre 2025
La fanfiction prevede la riscrittura di saghe famose per crearne di nuove, spesso completamente diverse dall'originale. Su piattaforme come Archive of Our Own, gli utenti partecipano attivamente alla creazione delle storie con coloro che le scrivono, e lo fanno in modo gratuito, con il solo scopo di collaborare e divertirsi.
Un giovane uomo si appoggia con noncuranza allo stipite della porta di una baracca abbandonata nel mezzo di un tipico villaggio inglese. È alto e robusto, con un viso dai lineamenti aristocratici e inflessibili, di una bellezza crudele, e occhi grigi, taglienti come lame: “Bello e dannato. Un angelo caduto.”
Questo ritratto, che è tipico dei protagonisti di molti romanzi d’amore, ad altri non appartiene che a Draco Malfoy, il bulletto viziato dei libri di Harry Potter, scritti da J.K. Rowling.
Ma questa descrizione la Rowling non l’ha mai scritta. Appartiene piuttosto all’universo online delle fanfiction, dove i fan della saga si ritrovano a scrivere e riscrivere variazioni dell’originale. In questo mondo, Malfoy ha subito una metamorfosi inaspettata, diventando il sex symbol protagonista di infinite storie d’amore, che nella maggior parte dei casi lo vedono perdere la testa per Hermione Granger.
In questo caso, gli occhi grigi e taglienti e la bellezza crudele di cui parliamo riguardano la versione di Draco Malfoy della fanfiction Manacled, un dark romance che racconta la sua travagliata passione con Hermione, in un mondo distopico ispirato agli orrori di The Handmaid’s Tale. La fanfiction, scritta da SenLi Yu, che utilizza i pronomi they/them, ha avuto un successo straordinario. A dicembre 2024, quando SenLi Yu l’ha rimossa dalla piattaforma per fanfiction Archive of Our Own, aveva più di 10 milioni di visualizzazioni ed era stata tradotta in oltre quindici lingue, tra cui polacco, ungherese e gallese. La sua popolarità ha attratto l’attenzione del mondo dell’editoria, Rizzoli ha appena pubblicato Alchemised, un tomo fantasy di più di ottocento pagine, sempre di SenLi Yu. Benché sia stato purgato di tutti gli elementi che lo rendevano una fanfiction di Harry Potter, è noto che il romanzo sia una riscrittura di Manacled, e la sua uscita è stata attesissima, soprattutto negli Stati Uniti, dove si spera diventi un caso editoriale, con i diritti cinematografici già venduti per più di tre milioni di dollari.
La relazione tra il mondo delle fanfiction e l’editoria tradizionale non è una novità. Come spiega Claudia Cantale, ricercatrice in sociologia digitale all’Università di Catania ed esperta di culture digitali, il caso editoriale più noto è quello di Cinquanta sfumature di grigio, che è nato come fanfiction del romanzo Twilight ed è diventato una trilogia che ha venduto più di 165 milioni di copie in tutto il mondo: “Ha normalizzato la pratica della fanfiction e anzi l’ha molto mitizzata, facendola diventare un cavallo di Troia del self-publishing nell’editoria tradizionale”. Da questo punto di vista, anche al di là di Alchemised, il 2025 si sta rivelando un anno particolarmente movimentato per la coppia Draco Malfoy e Hermione Granger, nota nel fandom come “Dramione”. A luglio Newton Compton ha pubblicato Rose in Chains di Julie Soto, e a metà settembre è stata la volta di Giunti con Come (non) innamorarsi del nemico di Brigitte Knightley, entrambi tratti da fanfiction Draco/Hermione.
Perché sentiamo il bisogno di leggere e scrivere fanfiction? Cantale nota che la risposta più immediata a questa domanda è che leggiamo e scriviamo fanfiction quando una storia ci è piaciuta così tanto che rifiutiamo di abbandonarla: “Oggi come non mai siamo immersi nella mediatizzazione più profonda e non riusciamo a staccarci dai racconti che amiamo, dobbiamo farli esplodere per fare in modo che non finiscano mai, non ne accettiamo la fine e vogliamo che questi personaggi rimangano con noi vita natural durante”.
Ma questo desiderio non è poi così nuovo come si potrebbe pensare. Francesca Coppa, che è professoressa di letteratura inglese al Muhlenberg College in Pennsylvania, una delle massime esperte mondiali di fanfiction e co-fondatrice della piattaforma online Archive of Our Own, nota che scrivere e leggere fanfiction altro non è che l’espressione digitale di quello che gli esseri umani hanno sempre fatto fin da quando hanno sviluppato l’abilità della parola, ovvero raccontarsi storie a vicenda.
Come Coppa ci spiega in un’intervista: “Quando si parla di narrazione, la tradizione più antica e costante non è quella del libro che ti leggi da solo, visto che fino a cent’anni fa di libri ce n’erano pochi e la maggior parte delle persone non sapeva leggere. È piuttosto quella delle folktales, del teatro e della lettura comunitaria ad alta voce. Queste sono cose che vanno avanti dai tempi antichi, quando ci si ritrovava in gruppo per godersi una storia tutti insieme, e l’idea dell’autore come lo intendiamo oggi, con il nome stampato sulla copertina di un libro, non esisteva. C’era una storia, e non era per niente detto che la persona più brava a raccontare quella storia fosse la stessa persona che l’aveva inventata. Anzi, spesso nemmeno si sapeva chi l’aveva inventata, quella storia”.
Senza andare a scomodare Omero, non si sa di preciso chi per primo abbia inventato il personaggio di re Artù, o quello di Cenerentola, la cui storia cambia a seconda del narratore che la racconta: c’è chi le fa indossare una scarpetta di cristallo e chi una scarpetta rossa; chi fa sì che le sorellastre si amputino il tallone; chi accetta suggerimenti dal pubblico e chi decide che forse del principe si può fare a meno. “Questa flessibilità, partecipazione e disponibilità a cambiare una situazione sono le stesse che vediamo nel mondo delle fanfiction”, aggiunge Coppa. Lì le autrici si commentano le storie a vicenda, offrono spunti per il capitolo successivo e in alcuni casi condividono lo schermo così che le loro lettrici possano partecipare live alla creazione della storia. In quest’ottica, l’idea della fruizione letteraria solitaria e silenziosa è “un’aberrazione” del concetto tradizionale di narrazione, intesa come storytelling.
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Lo status di sex symbol di cui gode Draco Malfoy nel mondo delle fanfiction è senz’altro curioso, soprattutto visto che il Malfoy originale della Rowling è un antagonista non solo antipatico, ma pure secondario. Quando si tratta di farlo innamorare di Hermione Granger, l’entusiasmo che i lettori di romance dimostrano per il topos nemici-amanti di sicuro gioca una parte importante. Il Malfoy originale passa buona parte dei suoi anni scolastici a disprezzare Hermione e prenderla in giro, con un atteggiamento sgradevole che molte autrici di fanfiction hanno deciso di interpretare come una versione un po’ estrema del tirare le trecce alla fidanzatina dell’asilo. Riflettendo sulla popolarità della coppia, la scrittrice singaporiana Sonoa Saddiq, che pubblica fanfiction sotto lo pseudonimo di Rizzlewrites, osserva: “Non ho idea di quale sia stata la prima storia d’amore della storia, ma scommetterei che si trattava di una versione del topos dei nemici che diventano amanti. C’è qualcosa di universalmente affascinante nell’idea di due persone molto diverse tra loro che trovano abbastanza terreno comune da innamorarsi. Personalmente, mi diverto a inventare e scrivere tutte le situazioni orribili e drammatiche che probabilmente si devono verificare perché questo accada.” (Saddiq, la cui fanfiction più popolare è Love In A Time Of The Zombie Apocalypse, un’irresistibile epopea horror di ottantaquattro capitoli con quasi un milione di visualizzazioni, ammette di aver iniziato a scrivere di Draco e Hermione quando era una ragazzina arrogante con l’unico scopo di ‘trollare’ i forum di fanfiction e prendere in giro i voli pindarici delle fan. Da allora sono passati due decenni, Saddiq ha pubblicato più di 20 fanfiction di Harry Potter, trovato un’agente letteraria, e sta convertendo una delle sue fanfiction in un manoscritto originale: “Direi che alla fine sono stata io a dover fare i conti con quello scherzo).
“Senza andare a scomodare Omero, non si sa di preciso chi per primo abbia inventato il personaggio di re Artù, o quello di Cenerentola, la cui storia cambia a seconda del narratore che la racconta: c’è chi le fa indossare una scarpetta di cristallo e chi una scarpetta rossa”.
Parte della sua popolarità, Draco Malfoy la deve anche alla devozione che le lettrici nutrono per la figura del bad boy dai tempi di Lord Byron e del conseguente eroe byroniano, che lo storico inglese Thomas Babington Macaulay descrisse nel diciannovesimo secolo come “un uomo fiero, malinconico, cinico, con la sfida sulla fronte e la miseria nel cuore, disprezzatore della sua specie, implacabile nella vendetta, eppure capace di profonda e forte affezione”.
Altrettanto curioso è il fatto che, nel mondo delle fanfiction, alcune figure che la Rowling a malapena menziona un paio di volte nel corso dell’intera serie, come Theodore Nott e Blaise Zabini, siano diventati personaggi sfaccettati, con tratti psicologici e ruoli ricorrenti. Theodore Nott, per esempio, è spesso agente di caos, come attesta l’hashtag “chaotic Theodore Nott”. (Su Archive of Our Own, le scrittrici usano hashtag simili a quelli di Instagram per descrivere le loro storie). A tal proposito, bisogna menzionare la fanfiction All The Young Dudes, una monumentale opera di 188 capitoli, che ha ottenuto più di 18 milioni di visualizzazioni narrando gli anni scolastici dei genitori di Harry Potter e dei loro amici.
Ma come dice Francesca Coppa, anche questo non è di certo un fenomeno nuovo. Nelle prime versioni delle leggende di re Artù, per esempio, Lancillotto, il celebre amante di Ginevra, non esiste.
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Donata Meneghelli, professoressa di letteratura all’Università di Bologna, spiega che questa tendenza della fanfiction a prendere il testo originario a rimaneggiarlo liberamente la ascrive al genere delle letteratura trasformativa, ovvero “letteratura prodotta a partire da altra letteratura” dove “il testo diventa un palinsesto, a partire dal quale scrivere, riscrivere e ricreare”. “Nel rapporto delle fan con il testo fonte o con l’insieme di testi fonte c’è un paradosso, nel senso che si tratta di un rapporto di grande amore, di forte investimento affettivo, di venerazione quasi, ma anche di una spinta a modificarlo, come se il testo non fosse sufficiente, il che è il contrario della venerazione”, dice Meneghelli.
A questo si aggiunge un insieme di prassi senza le quali la fanfiction non può davvero essere definita tale, tra cui il fatto che sia praticata da non professionisti, quindi al di fuori di una dinamica commerciale e per divertimento, e il fatto che sia condivisa all’interno di una comunità di altri fan.
Sebbene, come abbiamo detto, di casi di fanfiction che diventano poi romanzi venduti nei canali commerciali tradizionali ce ne siano molti, si tratta comunque di una minuscola percentuale delle centinaia di migliaia di opere presenti sull’internet. La maggior parte delle autrici passano mesi e anni a scrivere le loro opere senza nessuna prospettiva di trarne un guadagno; Saddiq, per esempio, ha impiegato dieci anni a scrivere Love in a Time of the Zombie Apocalypse, mentre si occupava di un bambino piccolo e intraprendeva un dottorato in letteratura.
La scrittrice nota su Archive of Our Own come HeyJude19, autrice di Remain Nameless, un’altra popolarissima fanfiction Dramione, con più di due milioni e mezzo di visualizzazioni, la mette così: “C’è una grande soddisfazione nel participare alla gift economy della fanfiction: ho scritto Remain Nameless nel mio tempo libero come hobby, l’ho resa disponibile ad altri gratuitamente, senza barriere capitalistiche che ne ostacolino la lettura. Non c’è alcuno scambio monetario: le persone partecipano per il puro amore dell’espressione artistica, che è particolarmente liberatoria perché priva dei vincoli tipici dell’editoria tradizionale. Posso scrivere mille o trecentomila parole, pubblicarle quando voglio, e ricevere subito commenti da parte dei lettori. Posso sperimentare con strutture narrative, tempi e stili diversi senza dovermi preoccupare del giudizio editoriale esterno. Scrivere fanfiction è un atto d’amore”.
Questo atteggiamento è parte fondante dell’aspetto di condivisione e comunità della fanfiction. Senza internet, e senza forum per fanfiction sui quali scrittrici e lettrici si ritrovano, la fanfiction come l’abbiamo intesa in questo articolo non esiste. Tra questi forum, Archive of Our Own, che è senz’altro il più celebre. È organizzato come una non-profit gestita da volontari, sebbene sia così grande da valere miliardi, come fa notare Coppa, una delle sue co-fondatrici.
Come spiega Federico Pilati, ricercatore l’Università di Milano-Bicocca, dove si occupa di culture digitali: “Archive of Our Own è gestito “dai fan, per i fan”, come dicono loro. Mentre spesso questo potrebbe creare un ambiente caotico, in questo caso ha funzionato bene e ha creato un patrimonio culturale… L’economia dell’attenzione che regola le piattaforme online tende a spingere verso il conflitto e la polarizzazione dei punti di vista. Alcune piattaforme, come Wikipedia, tengono botta. Archive of our Own ha una tossicità e un livello di negatività dell’interazione molto, molto bassi, cosa che è sui generis nel panorama mainstream di internet di oggi.”
Qualsiasi siano i motivi di questo fatto, quello che è certo è che il mondo della fanfiction conserva al suo interno l’idea di lettura e di scrittura come qualcosa che puo’ essere gioioso, divertente, e dinamico.
Per concludere con le parole di Saddiq: “Scrivere è un atto solitario. C’è chi scrive contenuti originali e poi li convide su gruppi online, dove ci si scambiano commenti e risorse. Ma una situazione del genere è come giocare a golf; ci si allena a giocare a golf insieme, ma alla fine del conti, ognuno gioca la sua partita. Una vittoria è un traguardo individuale. La fanfiction, invece, è più simile a uno sport di squadra. Tutti giochiamo per la stessa grande squadra, portando abilità e talenti diversi al ‘gioco’. La comunità cresce e prospera grazie ai contributi collettivi, non solo a quelli individuali. Per uno scrittore, questo può risultare estremamente gratificante, incoraggiante, e forse addirittura creare dipendenza”.
Bianca Giacobone
Bianca Giacobone è giornalista freelance. Ha prodotto la prima stagione del podcast “Chiamando Eva” e fa parte del team originario che ha fondato il giornale online «The Submarine».
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