Il 10 aprile, forse l’unica pasquetta assolata dal 1959, ho scelto le tenebre e sono andato a vedere Super Mario Bros., il recente adattamento cinematografico del fenomeno che da decenni rivoluziona il mercato videoludico con titoli strabilianti e innovativi.
Da appassionato ovviamente non mi aspettavo niente da questo film. Proprio zero. Parliamo di un idraulico che mangia i funghi, deve salvare una principessa, colleziona stelle, e salta su delle piattaforme.
Poi sì, se dovessimo parlare del gameplay della saga di Super Mario non basterebbe un saggio. Invece dobbiamo parlare del film, riassumibile in: carino, inutile, fastidioso, visivamente impressionante.
È prodotto dalla Illumination, che da anni trita milioni e altre cose che non posso dire con la saga dei Minions, Cattivissimo Me, insomma quella roba lì.
Uno studio d’animazione perfetto per rendere l’universo di Super Mario coloratissimo, fluido, dinamico e bellissimo da guardare. Pienissimo di easter eggs come la pista Rainbow Road di Mario Kart, e anche delle chicche nostalgiche come Take On Me degli A-Ha sparata lì per un momento ‘80s. E questo era il “carino”.
Poi arriva il “fastidioso”: un tentativo di rendere la principessa Peach un personaggio “forte”, ignorando che lei è da Super Smash Bros che tira legnate in faccia a Mario e Bowser; una riscrittura pacchiana del background di Mario come giovane lavoratore figlio di immigrati e cittadino di Brooklyn, a metà tra i Beastie Boys e Spike Lee. Ah, e le gag tipo: a Mario non piacciono i funghi e va in un mondo con creature a forma di fungo.
E SEMBRANO TUTTE DEI MALEDETTI MINIONS.
Insomma, la Illumination continua a spacciare mediocrità e umorismo d’accatto, trattando i bambini come scemi e ammiccando agli adulti fino allo sfinimento.
A fine visione, vedendo i piccoli che saltano sulle poltrone, non ho nessun moto di tenerezza: anzi, ho voglia di rivedere il PRIMO film di Super Mario, quello del 1993 con Dennis Hopper che pare un horror lisergico. Faceva schifo, ma almeno come spettatore ti prendeva sul serio.