Magazine
Devozione
Dicembre 2024
Numero 22
Ascese e declini
Novembre 2024
Numero 21
La testa a posto
Ottobre 2024
Numero 20
Lavorare cambia
Settembre 2024
Numero 19
L’estate affollata
Agosto 2024
Numero 18
Potere
Luglio 2024
Numero 17
Il desiderio ha molti nomi
Giugno 2024
Numero 16
Il senso del cibo
Maggio 2024
Numero 15
Corpi estranei
Aprile 2024
Numero 14
vedi tutti i magazine
Il femminismo debole di Taylor Swift
Napule è mille tiktoker
Perché la violenza online va considerata violenza a tutti gli effetti
“The Room Next Door” ci mostra l’Almodóvar che verrà
Le storie sono il superpotere di “Homo sapiens”
La crisi idrica in Sicilia è causata dall’uomo (e aggravata dalla politica)
Il teatro è una battaglia con il tempo
Con Trump presidente i “crypto bros” festeggiano
In anteprima
La parola devozione deriva dal latino “devovere”, ossia fare un voto. L’idea che siamo soliti associare alla devozione, però, non sta tanto nel gesto quanto nella continuità con cui lo si compie.
Nel corso della storia, in base al culto, sono mutati i modi in cui si era soliti dimostrare devozione: statue, ceri, cupole, sacrifici animali o umani. Eppure, sin dalla sua origine, dalla parola non si è staccato un senso: quello di atto perpetuo, ciclico e costante.
Lucrezio Caro, poeta-filosofo latino, non credeva agli dèi, riteneva anzi che fossero la proiezione delle paure degli uomini. Ciò nonostante ambiva alla devozione che per lui coincideva con un stato di serenità.
È devozione quella con cui ogni giorno si estirpa la malerba da un giardino; è devozione l’ordine che vige nel tempio; devozione la fiducia che affidiamo, costanti, al nostro idolo artistico.
Devozione è il nuovo numero di Lucy, quello in cui proviamo a capire cosa ci dà pace amare, cosa ammiriamo con immancabile costanza e, quindi, cosa è sacro per noi.
Recenti
vedi tutti
La riscoperta di Hilma af Klint, prima astrattista della storia
Come rompere un patto col diavolo. Intervista a Irene Solà
Mario Monicelli, maestro dell’umorismo
Non essere più nulla. La lingua e i silenzi di Inès Cagnati
“In tutti i miei libri, io cerco la luce”. Intervista alla fumettista Dominique Goblet
John Hersey, il reporter che ha fatto epoca
Ripensare la cittadinanza: una riflessione sugli scontri di Corvetto
Le due strade del pensiero liberale
I più letti
Hugh Grant ci prende in giro da trent’anni
Ester Viola
Il vero primato di Milano è quello di negare la realtà
Lucia Tozzi
La brutta arte contemporanea che deturpa le strade di Roma
Valerio Magrelli
L’ossessione per il benessere non ci salverà
Priscilla De Pace
La solitudine di Berlinguer
Lorenzo Gramatica
Filippo Turetta (non) esiste
Leonardo Bianchi
Bologna e il turismo nel disastro
Salvatore Papa
Storia di una rivoluzione: Basaglia e l’utopia collettiva
Vanessa Roghi
Caso Raimo: chi spara a Capodanno viene promosso, chi critica un ministro viene sospeso
Nicola Lagioia
Perché gli americani rivogliono Trump?
Davide Piacenza
Dietro il confuso discorso di Giuli c’è un disegno chiaro
Mimmo Cangiano
Cosa ci racconta il caso di stupro di Gisèle Pelicot
Irene Graziosi
Han Kang ha vinto il Nobel per la letteratura 2024
La redazione di Lucy
Fare un fuoco
Perché le storie accendono la nostra immaginazione.
Podcast
di Nicola Lagioia
15.11.2024
Contro il metodo: come scriveva William Faulkner
“Se a uno scrittore interessa la tecnica, allora è meglio che vada a fare il chirurgo o il muratore”: nel 1956 il premio Nobel William Faulkner rilascia alla “Paris Review” un’intervista-manifesto in cui svela il suo rapporto con la disciplina e l’ispirazione, i soldi e il talento. Nella terza puntata della terza stagione indaghiamo l’origine letteraria del suo “sentimento del vivere e del lottare, del soffrire e dell’amare”.
Ascolta l'episodio
Ascolta tutti gli episodi
Una newsletter che racconta di vite che non sono la nostra: vite straordinarie, bizzarre o comunque interessanti.
Scritta dalla redazione di Lucy,
arriva una domenica sì e una no.
video