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Devozione
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Nick Cave era il mio idolo. Poi, mi ha tradito.
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La parola devozione deriva dal latino “devovere”, ossia fare un voto. L’idea che siamo soliti associare alla devozione, però, non sta tanto nel gesto quanto nella continuità con cui lo si compie.
Nel corso della storia, in base al culto, sono mutati i modi in cui si era soliti dimostrare devozione: statue, ceri, cupole, sacrifici animali o umani. Eppure, sin dalla sua origine, dalla parola non si è staccato un senso: quello di atto perpetuo, ciclico e costante.
Lucrezio Caro, poeta-filosofo latino, non credeva agli dèi, riteneva anzi che fossero la proiezione delle paure degli uomini. Ciò nonostante ambiva alla devozione che per lui coincideva con un stato di serenità.
È devozione quella con cui ogni giorno si estirpa la malerba da un giardino; è devozione l’ordine che vige nel tempio; devozione la fiducia che affidiamo, costanti, al nostro idolo artistico.
Devozione è il nuovo numero di Lucy, quello in cui proviamo a capire cosa ci dà pace amare, cosa ammiriamo con immancabile costanza e, quindi, cosa è sacro per noi.
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di Nicola Lagioia
15.11.2024
Contro il metodo: come scriveva William Faulkner
“Se a uno scrittore interessa la tecnica, allora è meglio che vada a fare il chirurgo o il muratore”: nel 1956 il premio Nobel William Faulkner rilascia alla “Paris Review” un’intervista-manifesto in cui svela il suo rapporto con la disciplina e l’ispirazione, i soldi e il talento. Nella terza puntata della terza stagione indaghiamo l’origine letteraria del suo “sentimento del vivere e del lottare, del soffrire e dell’amare”.
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Una newsletter che racconta di vite che non sono la nostra: vite straordinarie, bizzarre o comunque interessanti.
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