Nicola Lagioia
Per raccontare il cibo come patrimonio culturale nasce "Multi", il festival organizzato da Lucy e Slow Food che il 29-30 settembre e il 1 ottobre a Piazza Vittorio organizzerà incontri, seminari, spettacoli, lezioni, degustazioni, concerti, coinvolgendo comunità da tutto il mondo trasferite a Roma.
Il 29-30 settembre e 1 ottobre, a Roma, all’Esquilino, nei giardini di Piazza Vittorio, arriva MULTI. Viaggio alla scoperta delle culture e delle cotture che ci uniscono, un festival organizzato da Lucy e Slow Food Roma, realizzato nell’ambito dell’Estate Romana. È un numero zero, è uno dei primi progetti di questo tipo che Lucy realizza sul territorio, ne siamo orgogliosi. È un’occasione di incontro, condivisione, convivialità. È forse un piccolo segnale in un momento particolare nella vita del nostro paese. Diventerà magari (augurandogli lunga vita) un nuovo riferimento culturale in una città come Roma.
Come potete vedere leggendo il programma si tratta di un progetto nato nel nome della multiculturalità: ci saranno incontri, seminari, lezioni, degustazioni (si mangia e si celebra la cultura del bere, dalla cerimonia del tè a quella del sake), concerti, danze. Saranno coinvolte le diverse comunità che negli anni si sono trasferite a Roma da tanti paesi del mondo (Cina, Iran, Giappone, Palestina, Ucraina, Bolivia, Ecuador, Pakistan, India, Bolivia, Perù, Marocco…) e poi scrittrici e scrittori che a Roma ci sono nati o ci vivono da tempo e conoscete molto bene. E poi associazioni e istituzioni culturali che amiamo molto, come il Polo Civico Esquilino, Mediterranea, InQuiete, Sveja, Scomodo e tante altre. Non c’è espressione artistica che non nasca da un continuo rimescolamento di esperienze e di saperi, non c’è esperienza umana di una qualche dignità che non sia anche il frutto dell’interazione con l’altro da sé. MULTI parlerà così attraverso molte voci, lingue, saperi, esperienze. Tutto questo proprio ora. “Erano i tempi migliori, erano i tempi peggiori”.
Non è un caso che un progetto simile nasca nel cuore dell’Esquilino, tra Santa Maria Maggiore e Porta Maggiore, tra la stazione Termini e piazza Dante, tra ciò che resta dei Magazzini Allo Statuto e Colle Oppio. L’Esquilino è uno dei più vivaci rioni multietnici di Roma, è diventato il luogo di approdo per tanti artisti e operatori culturali ma non si è mai trasformato in un posto alla moda. Non si è fatto gentrificare. È un posto normale nel senso bello del termine, abitato com’è da gente diversissima che convive pacificamente (cioè perfino banalmente in un mondo che abbia senso) isolato dopo isolato, strada dopo strada.
L’Esquilino ha sancito delle tappe importanti nel lavoro e nella formazione di tante persone che stimo. All’Esquilino c’è stata la redazione della rivista «Lo Straniero» e poi de «Gli Asini», dirette da Goffredo Fofi. C’è l’Apollo11 (ricordo una bellissima rassegna ideata da Lorenzo Pavolini e Francesco Piccolo), c’era il cuore pulsante di Piccoli Maestri (il collettivo di scrittori tenuto insieme da Elena Stancanelli con il compito di impartire lezioni gratuite nelle scuole di tutta Roma, e poi di tutta Italia), c’è la redazione di Scomodo, il collettivo di Spin Time, la scuola Di Donato, le redazione de «Il Cielo sopra l’Esquilino», le (incredibili) iniziative degli “abitanti di via Balilla”, la sezione romana di Slow Food con cui organizziamo il festival e tantissime altre realtà che non riesco a citare per motivi di spazio. Diverse le troverete appunto a MULTI.
Trascorro molto tempo all’Esquilino, vivo qui da vent’anni, credo (è un vero e proprio atto di fede in un paesaggio urbano che reputo di enorme ricchezza sul piano umano, culturale, politico, artistico) nel trenino giallo che parte da Termini e arriva a Centocelle, passando per Tor Pignattara, e se le comunità del rione sono state negli anni come dicevo un esempio peculiare di convivenza, è tra la fine del 2020 e il 2021 che la qualità della vita all’Esquilino ha avuto un’accelerata percepibile, per fortuna verso il meglio. Dopo il periodo più duro del covid sono stati infatti aperti al pubblico (finiti i lunghi lavori) i rinnovati giardini Nicola Calipari, lo spazio di piazza Vittorio dove terremo il festival. Il progetto è stato realizzato dalla bravissima architetta Valentina Cocco, che ha lavorato in collaborazione con “Cittadinanzattiva”, il “Comitato Piazza Vittorio Partecipata”, e altre realtà del rione.
Quando uno spazio urbano viene ripensato insieme alla comunità che ci abita, i risultati si vedono. Area bambini, belle panchine, tavolo da ping pong, tavoli per gli scacchi, zone verdi ben organizzate, piante e alberi bellissimi, Porta Magica riportata in buona luce, thai chi mattutino, calcetto pomeridiano, meditazione, caffè, mate, preghiera, concertini… E così, quello che per anni è stato solo un posto di passaggio, si è trasformato dopo la riqualifica in un vero luogo di incontro, di discussione, di gioco. Mentre tutto questo accadeva grazie all’intervento pubblico, all’Esquilino hanno iniziato ad aprire nuovi locali, punti di ritrovo e socializzazione. Forse è ancora poco (manca ad esempio un cinema, una grande libreria, un teatro di ricerca adeguatamente supportato), ma tutto questo mi sembra stia accadendo in modo sostenibile, senza che gli elementi identitari del rione ne vengano sfigurati – al contrario, mi pare inizino finalmente a esserne valorizzati, ma non si sa mai cosa può accadere quando le cose a Roma vanno soltanto un po’ meglio del solito, quindi prestiamo attenzione.
MULTI credo e spero si inserisca in questo percorso di moderata rinascita. Dicevo che sarebbe bello se si rivelasse nel tempo un riferimento culturale per la città. Meglio ancora se diventasse un laboratorio.
Vorrei ringraziare le lettrici e i lettori di Lucy che ci leggono da tutt’Italia. Siamo nati da poco più di sei mesi, ma è stato grazie alla vostra attenzione (e al vostro affetto) se Lucy sta crescendo così in fretta, consentendoci di dar vita già da ora a iniziative simili. Siamo una realtà molto giovane, ma essere presenti sul territorio era tra gli obiettivi che ci eravamo posti sin dall’inizio. Per dirla meglio: prima di essere un obiettivo era e rimane un desiderio che continuerà a guidare le nostre azioni.
Per incontrarci, parlarci, sorriderci, ascoltare, mangiare, ballare insieme: vi aspettiamo a piazza Vittorio il 29-30 settembre e 1 ottobre.
Nicola Lagioia
Nicola Lagioia è scrittore, sceneggiatore, conduttore radiofonico e direttore editoriale di Lucy. Il suo ultimo libro è La città dei vivi (Einaudi, 2020).
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