27 Giugno 2025
Scrittore, critico, studioso di letteratura, traduttore, “moralista” e uomo pieno di fascino: Garboli è stato tante cose.
Che si sappia, Cesare Garboli (1928-2004) non ha mai scritto romanzi, ma quanti ne ha letti e recensiti, forte di una cultura classica che lo aveva visto in gioventù tra i migliori studiosi di Dante e di Leopardi – non è poco!
Pareva impossibile che una persona così vitale e a suo modo perfino mondana trovasse il tempo per leggere, studiare, scrivere, tradurre…
La sua imperturbabile serenità sembrava a molti ingannevole, ché Garboli non si fermava mai e qualche “complesso” doveva pure averlo… Sì, era un bell’uomo ed era cosciente del fascino che esercitava sulle donne; ha avuto amanti illustri e spesso a modo loro sue allieve in fatto di letteratura, e che alcuni lo avessero ribattezzato “Greta Garboli” in ragione del suo non nascosto narcisismo lo divertiva più che irritarlo. Era molto sicuro di sé, umanamente e intellettualmente, ma non guardava nessuno dall’alto in basso, e questo era il pregio che molti suoi amici, soprattutto i più giovani (come me ai tempi), molto lodavano.
Elsa Morante, sua ottima amica (ricompensata da lui con alcuni saggi tra i più belli e profondi sulla sua opera), era convinta che io e Garboli ci saremmo detestati, tanto diversi eravamo, ed evitava di farci incontrare, ma accadde un giorno che ci incrociassimo proprio dalle parti di Elsa, nel bar di piazza del Popolo, che ci riconoscessimo e che parlassimo del meno e anche del più, e che infine ci si piacesse – con sorpresa e felicità “della Morante”. Da allora ci si vide spesso in tre, e quando Elsa morì Cesare e io procedemmo insieme a una lettura di La Storia per Radio3, io che leggevo e lui che commentava.
“Era molto sicuro di sé, umanamente e intellettualmente, ma non guardava nessuno dall’alto in basso, e questo era il pregio che molti suoi amici, soprattutto i più giovani (come me ai tempi), molto lodavano”.
Erano anche molti altri gli amori comuni, soprattutto Mario Soldati, che io mi ostinavo a difendere dagli attacchi degli amici “marxisti” Cases e Fortini, avendo come alleati i “piacentini” Grazia Cherchi e Piergiorgio Bellocchio.
Garboli era noto per aver assistito due sue amiche nella stesura dei loro libri, Susanna Agnelli e Rosetta Loy, la quale ultima, lui morto, gli dedicò un commosso ritratto intitolato semplicemente Cesare. Fu molto vicino, oltre che alla Morante, a Natalia Ginzburg. Ma, anche quando fu il primo responsabile di una rivista importante come «Paragone», “Cesare” non smise mai di occuparsi mirabilmente dei suoi classici, Dante e Leopardi, Pascoli e Manzoni. Lo invitammo, ricordo, al piccolo festival teatrale di Santarcangelo di Romagna a commemorare il “suo” Pascoli, commentato amorevolmente da Tonino Guerra…
Dei contemporanei italiani, non si possono non ricordare i suoi studi su Sandro Penna, di cui fu probabilmente il critico più profondo e per questo da Penna il più amato, e quelli su Parise e La Capria, su Anna Banti e Bassani eccetera. Ma guai a dimenticare la sua attività di splendido traduttore (spesso per il teatro di Carlo Cecchi) di Molière. Quasi un suo alter ego, ma molti autori potevano sembrare, sotto la sua penna, dei suoi alter ego…
Raccolse molti saggi e interventi in Scritti servili e Falbalas, che prendeva il titolo da un film di Jacques Becker che aveva molto amato da ragazzo, e di cui parlammo a lungo perché io ero l’unico tra i suoi amici ad averlo visto… Il libro suo che ho più amato è però, senza dubbio, Ricordi tristi e civili, di vena davvero leopardiana: uno sconsolato ritorno sulle orme del passato, constatando l’avvilimento di tante lontane speranze.
Non si deve esitare a paragonarlo, nei suoi aspri e amari giudizi sul nostro Paese la sua politica la sua umanità, al grande Sciascia, ma lui era toscano, di una regione che tanti polemisti aveva dato, non meno acuti dei siciliani ma più sicuri di sé e della propria storia civile. Storia civile che vide, negli ultimi anni di Garboli, una decadenza dalla quale non si è più risaliti.
Goffredo Fofi
Goffredo Fofi è saggista, critico cinematografico e letterario. Il suo ultimo libro è Cari agli dèi (Edizioni E/O, 2022).
newsletter
Le vite degli altri
Le vite degli altri è una newsletter che racconta di vite che non sono la nostra: vite straordinarie, bizzarre o comunque interessanti.
La scriviamo noi della redazione di Lucy e arriva nella tua mail la domenica, prima di pranzo o dopo il secondo caffè – dipende dalle tue abitudini.
Contenuti correlati
© Lucy 2025
art direction undesign
web design & development cosmo
sviluppo e sistema di abbonamenti Schiavone & Guga
00:00
00:00