Articoli
Tutti gli articoli e i racconti di Lucy.
Come sono diventato un topo da laboratorio
L’accademia richiede ai ricercatori manodopera, più che idee. Lo sa bene chi lavora con le cavie (per tacere dei tumulti etici).
“The Brutalist” contiene due film. Il secondo non è all’altezza del primo
La prima parte di “The Brutalist” è raffinatissima, straordinaria. Cosa succede al regista Brady Corbet nella seconda?
L’atto morale è un atto creativo: “Campo di battaglia” di Gianni Amelio
Nel film di Amelio in concorso a Venezia81, Alessandro Borghi interpreta Giulio, medico militare alle prese con dubbi morali che, fortunatamente, non trovano mai una risposta definitiva.
“Leurs enfants après eux” è un bel film sull’adolescenza in provincia
I fratelli Boukherma adattano il romanzo di Nicolas Mathieu, realizzando uno dei film più intensi di questa edizione della Mostra.
“Babygirl” e “Trois amies”: a Hollywood il desiderio è patinato, in Francia no
Visti uno dopo l’altro, i film di Halina Reijn e Emmanuel Mouret svelano alcune (immortali?) differenze fra Europa e America.
Avranas e la “Quiet life” inaccessibile ai rifugiati
Il regista greco, in concorso nella sezione Orizzonti, firma un film convincente, tra satira e dramma familiare, sulla stupidità burocratica e sulle politiche di accoglienza dei rifugiati.
Leni Riefenstahl è ancora la figura più problematica della storia del cinema
Nel suo documentario sulla “regista del nazismo”, Andres Veiel si chiede cosa ne è del talento quando celebra un regime atroce.
I resti dell’estate
Carrarmati in spiaggia, vacanze nel metaverso e sacchi di sabbia per proteggersi dalle bombe: alcune tra le più incredibili cartoline delle estati degli ultimi anni.
La prima sorpresa di Venezia è che Errol Morris stavolta non ha fatto un grande film
Separated, sulla politica di “tolleranza zero” dell’amministrazione Trump, è lodevole nelle intenzioni, meno nella forma.
“El Jockey”: la libertà è un fantino con la pelliccia
Il film di Luis Ortega è straripante e caotico, eppure tenero nel mostrare il desiderio di rinascita di un uomo.
In “Maria” di Larraín si alternano maestria e stanchezza
Dopo quelli su Lady D e Jacqueline Kennedy, Larraín completa la trilogia con un film dedicato a Maria Callas. Ma nonostante il talento del regista, il film è una sfida riuscita a metà: troppo stereotipato per essere alto, troppo raffinato per diventare pop.
A Bologna il cibo si è mangiato la città
Sovrapporre cultura, cibo e turismo ha trasformato Bologna in un “inferno turistico”. Ora se n’è accorto anche il New York Times.